IL CORAGGIO DI DIRE SÌ ALL’ESISTENZA
Il viaggio di un vagabondo spirituale non parte e non va verso nessuna parte, è una peregrinazione senza alcun senso razionale… solo nel “nulla” può avvenire il fenomeno più meraviglioso per la coscienza umana: avere fiducia. La via è l’unica meta e la fiducia è l’unica stagione che si ripeterà sempre fino al fine del viaggio…
L’ego e il Sé sono due facce della stessa medaglia, allo stesso modo lo sono la sfiducia ed il fluire, il controllo e la resa, o la manipolazione e la fiducia; vuol dire che ego, sfiducia, controllo e manipolazione appartengono alle stesse facce di una realtà psicologica, che mira alla ricerca di sicurezza, dove la logica e la ragione sono l’energia che governa le decisioni; lì tutto è progettato per creare attaccamenti. Gli attaccamenti sono ormeggi che danno sicurezza.
Mentre, il Sé, il fluire, la Resa e la Fiducia, sono altre facce della stessa realtà, ma che mirano al non-controllo, all’insicurezza, al mistero, all’inesplorato, allo scomodo e all’ignoto, dove il cuore ed il sentimento sono l’energia che li muove, lì non vi sono disegni, né stampi, né modelli, né regole, né comandamenti, né consigli, perché il fine in sé stesso è il disinteresse. Non vi è pertanto dove afferrarsi. L’ego vuole lottare mentre il Sé si vuole arrendere.
Se osserviamo la nostra vita possiamo vedere che in poche occasioni siamo stati noi stessi, fluendo e confidando, cioè che poche volte ha governato il sentimento, che poche volte abbiamo dato il potere al cuore.
Voglio fare una confessione: quando cominciai a scrivere questo libro si presentarono queste due opzioni: Ho fiducia o diffido? Mi lascio fluire o controllo? Seguo il mio cuore o la mia ragione? Dopo essere arrivato alla conclusione che se c’è qualcosa che manca quelle sono sensibilità, amore, delicatezza, affetto, mi dissi: Che senso ha scrivere sul cammino del cuore, se la gente vuole risposte prefabbricate che risolvano i loro dubbi intellettuali? A chi interessa il racconto di un viaggio senza rotta? Che capacità può avere il linguaggio del sentimento nel governo della ragione?
Benché questo sia un momento terapeutico e spirituale di gran espansione di tecniche, metodi ed ogni tipo di soluzioni, per quale motivo esporre un’opzione nella quale si ponga l’attenzione nelle proprie risorse e non negli strumenti? A chi può interessare auto sfidarsi nel cercare risposte dentro sé stessi, essendo tanto difficile, se ci sono tante risposte fuori, servite su un vassoio e facili da utilizzare?
In quest’opera, la via che vi sto mostrando è un’opzione in più, forse la più difficile, perché non do ricette estratte da libri di cucina su come essere felice, né do soluzioni estratte da manuali tecnici di psicologia, come se si tentasse di aggiustare qualche aggeggio elettronico, mi sto dedicando a mostrare la mia esperienza legata ad una maniera di vivere e percorrere il cammino. Non posso dimostrare che questa strada sia la migliore, né la più rapida o efficace per arrivare, ma semplicemente è un cammino verso la trascendenza, oltre l’attaccamento ed il disinteresse. Trascendere è avere la libertà di ESSERE, ma per questo per prima cosa è necessaria la FIDUCIA, cioè il coraggio di accettare le cose come sono, l’ardimento di affrontare la vita com’è, perché confidare è sapere che, accada quello che accada, tutto andrà bene.
La fiducia, quando è autentica, è indistruttibile, se si ha bisogno di prove per avere fiducia non si può produrre la fiducia, si dice comunemente: “Non ho prove per fidarmi…” questa non è fiducia, è diffidenza. Fidarsi, solo se ci sono buone ragioni per farlo, non è fiducia.
Fidarsi solo quando ci sono garanzie ed assicurazioni, in realtà è diffidare. La fiducia non dipende dalla sicurezza, anzi funziona in maniera indipendente all’esperienza acquisita, la fiducia è libera da condizioni e da conclusioni, è fresca, autentica e pura, non può essere corrotta da niente e da nessuno. Se qualcuno decide di fidarsi non sarà possibile rompere la sua fiducia, neanche deludendolo, neanche ingannandolo, perché lui ha deciso di avere fiducia, la fiducia è tremendamente immacolata ed incondizionata. La fiducia implica il disinteresse dal passato. La fiducia è irrazionalità nella sua massima purezza.
Per rendere possibile la fiducia si deve abbandonare ogni conoscenza, quando si ha fiducia non si accumulano idee su come sono le cose, la vita o le persone; un essere che confida non trae mai conclusioni, sarà sempre aperto, guardando quello che succede con gli occhi di un bambino.
Ho fatto un esperimento con mia figlia Anahí, tra i 2 a 3 anni di età, io le davo di mangiare di notte e quando il cucchiaio si avvicinava alla sua bocca, lei l’apriva per ricevere il cibo, in quel momento io deviavo il cucchiaio verso la mia bocca e mangiavo quel boccone, lei mi guardava, a volte rideva ed a volte mi osservava, non capiva molto bene quello che facevo, ma per me era emozionante vedere come lei continuasse a fidarsi di me, ogni volta che guardava il cucchiaio avvicinarsi alla sua bocca con del cibo, lei apriva la sua bocca fidandosi di me, la sua fiducia era tremenda ed incorruttibile, volta dopo volta l’ho rifatto, ma lei non smise mai di fidarsi di me, a volte le davo la cucchiaiata di cibo, a volte no, lei non sapeva mai quando gliela avrei data e quando no, però mai chiuse la sua bocca, non mi disse mai: “non aprirò più la mia bocca perché tu non mi darai il cibo“, non pensò che io non gliela avrei data e benché dopo non gliela dessi, lei continuava a fidarsi di me. Così è la fiducia, puoi vederla in un bambino.
Non c’è nessuna ragione per fidarsi. Quando ci sono ragioni, non è fiducia.
La sfiducia è il migliore meccanismo di difesa dell’ego, poiché confidando l’ego è annullato, confidare è abbassare la guardia, è esporsi, arrendersi senza condizioni, confidare è smettere di lottare, è abbandonare tutte le resistenze, è aprirsi a tutto quello che debba venire.
Speranza è una parola composta, è sperare con fiducia*[esperanza= esperar+confianza]. L’attesa con fiducia è come se non fosse attesa, è rilassamento nell’accadere, è tranquillità nell’osservazione di come stanno succedendo le cose, senza indizi di ansia né reclami, senza la benché minima manifestazione di lamentela o esigenza, senza giudizi, né colpe, né condanne.
Nella selva, ed in ogni posto dove c’è vita, il linguaggio di comunicazione per la sopravvivenza è la fiducia, non si può vivere con sfiducia in posti dove c’è vita.
La ricerca di sicurezza negli umani è la prova della sfiducia che hanno. Quando c’è sicurezza non c’è bisogno né possibilità di confidare. La fiducia fluisce nel pericolo, abbonda dell’insicurezza, ti circonda dappertutto quando non c’è più appoggio né protezione a sostenerti. Le banche chiedono sicurezza per darti del credito, quando si esige sicurezza c’è sfiducia. Se ti chiedono garanzie è perché diffidano di te. Per questa ragione hanno avuto tanto successo i micro crediti dati a persone senza garanzie, quelle persone pagano perché non vogliono defraudare la fiducia che gli hanno dato. La fiducia attiva responsabilità, impegno e abbandono totale.
La sfiducia è la difesa più importante per la paura, è una protezione, è la prevenzione più efficace, per ciò una persona diffidente è impenetrabile, ha un certo potere su chi diffida, dubitando non rischia niente, è cauto, ma, con la stessa intensità con la quale diffida, diventa codardo ed insicuro nelle sue parti più interiori.
La fiducia è eroica, quando confidi diventi un eroe, superi tutte le limitazioni perché confidare è credere nell’impossibile; credendo nell’impossibile, l’impossibile diventa possibile. Se si crede solo in quello che è possibile, la cosa impossibile diventa assolutamente impossibile. Le cose che più desideriamo sono impossibili perché non abbiamo il coraggio di confidare.
Confidare è un fenomeno del cuore, è un sentimento che si va facendo sempre di più profondo ed improvvisamente smette di essere un sentimento per trasformarsi in ESSERE. Al principio si può avere fiducia come se fosse un’azione ma quando la fiducia arriva alla sua fioritura si trasforma nel Sé. “Sono la fiducia” è l’affermazione che meglio definisce l’esistenza. Come l’amore è l’essenza della relazione col tutto, la fiducia è l’essenza stessa dell’amore.
L’arte di confidare è un’arte molto semplice, si tenta solo di dire Sì all’esistenza. Il cuore non sa dire No all’esistenza.
Il cuore può solo confidare, la mente può solo dubitare e niente diventa possibile quando c’è dubbio. Come per la mente è impossibile confidare, per il cuore è impossibile dubitare.
Il cuore è avventuroso, ama il rischio, è esploratore di misteri, è scopritore della cosa occulto, è curioso con tutto quello che è ignoto; quella è la strada che piace al cuore, la strada piena di insicurezza, perché attraverso l’insicurezza impara a fidarsi; l’insicurezza è la porta della fiducia, e solo attraverso la fiducia si può arrivare all’essenziale, il cuore desidera conoscere quello che è veramente, ma la fiducia implica rischio, rischio di perdere tutto, sì!, di perdere tutto quello che non è. In realtà non c’è nessun rischio, se salti nel fiume profondo e tumultuoso non potrai affogare, perché sei parte della corrente, lo sei stato sempre, ma non lo sapevi.
Quando confidi l’inconscio incomincia a rivelarti molte cose che erano nascoste e la prima di quelle cose è che non c’è niente da perdere. Anche il rischio è una bugia, come lo sono la paura e la solitudine. Non c’è maniera di rischiare niente che sia eterno, ma anche se il rischio stesso è una bugia, se non c’è rischio non ci sarà possibilità che nasca la fiducia. Il rischio è un’altra bugia egoistica, molto utile, che, quando oltrepassata, distrugge l’insicurezza.
È possibile che qualcosa di trascendente accada senza aver fiducia? La risposta può darti indizi sul perché non ci succedono tante cose alle quali aneliamo tanto profondamente.
Probabilmente giungerai alla conclusione che non ti fidi: perfetto, quello è il principio della fiducia, hai cominciato a dubitare della tua propria pseudo fiducia. Va bene. Ma per essere un vagabondo spirituale sarà necessario unirsi alla fiducia che c’è dentro ognuno e che è stata dimenticata, e perfino sostituita con la sfiducia.
Il vagabondo spirituale che sta scrivendo questo libro, sta incrociando il proprio cammino con molta gente che diffida e vive nella sfiducia, che ottiene benefici nel diffidare; l’unica maniera di neutralizzare tanta energia distruttiva è fidandosi perfino della propria sfiducia.
Alberto José Varela
CRONACA DI UN VAGABONDO SPIRITUALE 1
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