LE DISSONANZE COGNITIVE COME VIA VERSO LA TRASFORMAZIONE
E se in questo scritto vi fossero le chiavi per porre fine a quasi tutto ciò che non ti piace?
Il cambiamento di vita di cui in molti hanno bisogno è legato allo smettere di vivere nella menzogna (o all’esterno) e cominciare a vivere nella verità (o all’interno). Il concetto di “Onestà Radicale” professa l’essere sempre sinceri con tutte le persone, ciò che sto proponendo io non è tuttavia orientato al sociale, ma piuttosto a se stessi, fondamentalmente. Quando cominciamo ad addentrarci nella menzogna personale ci rendiamo conto che la nostra vita non è autentica, non è nostra, né è quanto vorremmo, e che il modello nel quale viviamo non lo abbiamo creato noi, sebbene ci tocchino invece gli errori impliciti ad esso e i problemi che genera. Questo produce un enorme dispiacere nelle persone minimamente coscienti, poiché esse si rendono conto che è un modello ideato da altri a proprio beneficio. Innanzi a questa riflessione emerge la possibilità di essere sinceri e di cambiare profondamente. Sorgono quindi implacabili le domande: Cambiare cosa, o verso cosa? E come farlo?
Per questo motivo, da sempre, le ideologie hanno immaginato utopie di nuovi modelli di vita non ancora realizzati (idealizzati) che però ispirano molte persone a provare a viverli, spinti dal disaccordo che sentono per il modello nel quale si trovano. Altri hanno creato e vissuto nuovi modelli di vita, dimostrando che funzionano e che sono migliori, per poi proporli ad altri come modelli da seguire. Ciò che propongo in questo blog e nei ritiri che organizziamo non ha niente a che vedere con nessuna di queste due opzioni, ma si tratta piuttosto della possibilità di smettere di vivere secondo un modello impiantato da altri, per attivare la propria capacità creativa ed i nostri valori più puri ed originali, in modo da arrivare naturalmente a trasformarsi nei fautori del proprio modello nel quali si desidera vivere. Io ho creato il mio, ci ho messo molti anni, ma ora lo vivo con immensa soddisfazione. Non pretendo che altri lo seguano perché sarebbe impossibile, nel senso che è qualcosa di unico ed irripetibile, ma sto creando un’ideologia che permetta di strutturare le basi creative di nuovi modelli, per molte persone. Inoltre sto mettendo a disposizione una tecnologia di trasformazione, sostenuta da strumenti, metodi e approcci che accompagnino l’individuo desideroso di attuare questi cambiamenti nella propria vita.
Molta gente mi domanda a cosa mi dedico, e io sempre rispondo e riaffermo a me stesso che adoro offrire, a coloro che vengono ai miei e ai nostri ritiri, la possibilità di cambiare modello di vita, per altro creato dalla persona stessa che lo sente, sempre e quando, questa sia insoddisfatta o infelice di quello nel quale vive. Altrimenti non è necessario. Molta gente vuole solo calmare i sintomi dell’insoddisfazione che sente nel vivere in un modello alieno, oppure preferisce riparare i danni del modello in cui vive, per poter continuare a vivere più o meno uguale a prima, senza soffrire più di tanto. Vi sono infiniti modi di cambiare la propria vita, alcuni più profondi, altri più superficiali. Alcuni ridecorano gli spazi, altri ristrutturano la casa, altri fanno alcune riforme, ed altri demoliscono la casa per poi ricostruirla secondo i propri bisogni. Quest’ultima è quella che ho scelto io, ma non pretendo che altri lo facciano, solo mi piace che si considerino tutte le possibilità di cambiamento, inclusa la possibilità di trasformazione totale. Se questo fosse il tuo caso, posso darti alcuni suggerimenti pratici che ti aiuteranno ad iniziare o accentuare il processo. Sono l’architetto autodidatta della mia casa.
Nell’articolo precedente ho detto che per poter fare un cambiamento profondo del modello di vita è indispensabile detronizzare il personaggio principale della fiction della nostra vita, poiché tutto il modello è adeguato a quel personaggio che fa le veci del tiranno, dando ordini su come di debba vivere. Questa voce emessa dal tiranno la chiamo la VOCE IN OFF. È come se fosse la voce del GPS che ci guida per la strada, verso un’unica meta. Questa voce può essere più o meno intensa, autoritaria, dolce o delicata, secondo quanto si sia appreso, ma è quella che imposta il corso ad ogni momento e per ogni decisione. Non solo è la voce che ci porta ad un’unica meta, ma è anche la voce del Destino. Questo destino, per quanto conosciamo e viviamo, è schiavitù. Libertà significa che tutto quanto decidiamo proviene da noi stessi. Libertà è rompere tale destino di sofferenza, per tanto, è evidente che bisogna fare un gran cambiamento in relazione agli ordini che riceviamo da fuori, sebbene siano installati dentro, o meglio, che provengono da quella parte interna che obbedisce agli altri. Siamo innanzi alla possibilità reale di cambiare la destinazione, nel senso di abbandonare ciò che non è reale, per lanciarci in qualcos’altro che ancora non conosciamo, ma che intuiamo, e che è in accordo con ciò che siamo veramente. Non è niente più che accedere al mistero della vita.
IL METODO DELLA DISOBBEDIENZA COSCIENTE
Disobbedire al personaggio principale è una grande sfida, ci mette in situazioni contraddittorie poiché è sempre stato il tiranno a dare gli ordini e non accetterà che avvenga alcuna dissonanza cognitiva. Egli è colui che comanda e non desidera cedere il potere, giacché qualora ciò accada si attivano tutti gli allarmi. Ovviamente giammai si va contro il personaggio che dirige la vita, egli è il capo e non si va mai contro il capo. In questo senso, lasciare che vi siano contraddizioni interne, quando non obbediamo al personaggio, potrebbe rivelarsi una strategia di auto-confronto per togliergli potere.
Il personaggio principale è accompagnato e sostenuto da molti altri personaggi interni ed esterni, tutti lavorano in gruppo per mantenere il privilegio di decidere e dirigere tutto. Sono i jolly della menzogna. È fondamentale conoscere il loro modo di agire per individuare i loro attacchi. Sono tutti organizzati per agire secondo 3 atteggiamenti che garantiscono loro la sopravvivenza e la supremazia:
1-REAGIRE: è l’atteggiamento di allerta che permette di identificare ogni pericolo esterno, per difendere l’integrità del personaggio, e se fosse necessario, attaccare chi lo mette in discussione. Non permetterà mai che lo si debiliti o lasciare che si destabilizzi il suo precario equilibrio. Perciò, crea ogni tipo di meccanismo di difesa: razionalizzare, giustificare, negare, spiegare, proteggere, attaccare, interpretare, deformare, mentire… per citarne alcuni, e funzionano come una guardia pretoriana. Quasi impenetrabile.
2-PROIETTARE: è un atteggiamento liberatorio che scarica sugli altri quello che è nostro. Tutta quanto il personaggio non desidera farsi carico lo getta fuori, come se fosse un proiettore che ha bisogno di uno schermo per riflettere il proprio film interiore. In genere si tratta di eccessi emotivi che non si è in grado di gestire o controllare che vengono esternati nel momento in cui appare la persona o la situazione che li scatena. La temperatura interna del personaggio si alza, si riscalda e diventa insopportabile, allora la si trasferisce a dissipatori di calore esterni. In questo modo diventa quasi intoccabile.
3-RAFFORZARE: è un comportamento di auto-affermazione per dimostrare chi comanda, chi ha ragione, chi ha il potere. Il personaggio ha bisogno di sentirsi sicuro di se stesso, per questo crea altri personaggi inservienti, che gli fanno credere di conoscere se stesso e che si accetta, inclusi personaggi spirituali o di apparente realizzazione o trascendenza. Ciò che importa è il rafforzamento dell’idea che si ha di se stessi. Si ottiene una forza quasi indistruttibile.
Questi tre atteggiamenti sono strategie di grande intelligenza, ma sono sostentate da una grande menzogna fondamentale. Per questo, coloro che mantengono vivo e dominante il proprio personaggio principale sono autentici schiavi di un copione scritto da altri. La bugia è che crediamo di essere ciò che abbiamo scelto, quando in realtà si tratta delle impressioni che altri hanno fatto su di noi. Abbiamo registrato tutto ciò che ci arrivava dall’esterno, lo abbiamo lasciato entrare, lo abbiamo registrato come se fossimo un registratore, lo abbiamo fatto nostro e in seguito abbiamo creato un’identità basata su tale bugia. Ora ci dedichiamo a riprodurre la musica e le canzoni di sempre, non ci permettiamo di uscire dall’ideologia creata dal nostro personaggio, poiché chi lo facesse, subirebbe conseguenze dannose: sentirsi in colpa, paura, confusione, ira, odio, disequilibrio e perfino varie combinazioni di queste. È ovvio che per evitarlo finiamo per trasformarci in controllori, è la maniera più facile di evitare un tragico esito del personaggio.
Ogni volta che crediamo di star andando contro noi stessi, dobbiamo sentire e meditare profondamente su esso, perché la maggior parte delle volte, in realtà, stiamo andando contro il personaggio e a favore del nostro autentico Sé. Ma non vediamo che è il personaggio che fa resistenza per l’esserci alienati da esso. Egli è colui che ci fa credere di non essere in grado di fare nulla che non sia in accordo con la sua armonia ed equilibrio, e ci convince con mille argomentazioni.
Andare contro il personaggio è un compito di alta ingegneria, un confronto tremendo, a momenti si dibatte una lotta interiore quasi schizofrenica, nel senso che se la affrontiamo, vi saranno due parti che discutono e lottano per vedere chi decide. Dato che ci siamo identificati col personaggio, avvertiamo le dissonanze cognitive come aggressioni che non possiamo accettare, in più ci risulta come una grande liberazione non far loro caso.
Dato che la strategia del personaggio è “quasi” impenetrabile, “quasi” intoccabile e “quasi” indistruttibile, nel corso di una vita si aprono crepe dalle quali è possibile accedere all’essenza in maniera diretta, per risvegliare il vero Sé che abita in noi e farlo rendere conto che è assopito e in mano di altri. Quando questo succede, l’individuo può cominciare ad evocare esternamente personaggi, relazioni e situazioni che vadano a destabilizzare il proprio personaggio (gli anti-jolly) e fare in modo che le crepe si aprano sempre di più. In questo modo il Sé acquisisce più potere da dentro e si fa forza ad esporsi in mille modi, per detronizzare il tiranno che dirige la vita.
Il personaggio non si può uccidere, ma si crea una trappola dove esso cada da solo, la trappola è un vuoto nel quale cade e che lo conduce all’esilio, un luogo periferico dove non vi è alcuna maniera che possa esercitare alcun potere o influenza. I personaggi che ci hanno accompagnato per tutta la vita, un giorno, si arrendono e si ritirano, da soli perfino, perché non possono più fare nulla per dominarci, ma mai se ne andranno per sempre, piuttosto resteranno relegati ad un secondo piano, nel quale si potranno utilizzare qualora sia necessario. Tuttavia non avranno mai il potere di decidere e ancora meno di farci credere che siamo questo.
Essere architetto della propria casa permette non solo di ricostruirla sfrattando chi la occupava, ma ci dà anche l’opportunità di creare una casa autentica, calda e accogliente, diretta dalla sensibilità del cuore, rispettando in ogni momento il nostro sentire, nel quale ci sentiremo così a nostro agio che non ci sarà alcun luogo fuori dalla nostra vita nel quale desidereremo andare. Come hanno detto i grandi maestri: sarà il giorno in cui saremo arrivati a casa.
Benvenuti alla possibilità di cambiare il destino.
Alberto Varela
https://albertojosevarela.com/it/supremazia-del-personaggio-1/