IL MISTERO HA I PROPRI MODI DI MANIFESTARSI. Sono stati cinque giorni di navigazione a cuore aperto per i monti e le valli dell’esistenza e di noi stessi.

RACCONTO IN CHIAVE POETICA DI ALCUNI MIRACOLI ACCADUTI

Dalla mia posizione di psicologo ho potuto osservare come i processi personali migliorino nettamente quando ci si mette in gioco, durante i momenti prestabiliti nelle sessioni di integrazione.

Ciclo formativo della Scuola Europea Ayahuasquera di Barcellona. Nell’epicentro di Evoluzione Interiore in Catalogna, situato in una fattoria all’interno del Parco Naturale delle Gallecs.

Ho potuto ammirare il paesaggio interiore di novanta esseri umani che si sono concessi di condividere quello che stava succedendo nelle loro vite, senza alcun timore, buttandosi con pieno coraggio verso il marasma interno, allo scopo di immergersi nell’oceano sereno della coscienza, dove riposano tranquille le acque della fiducia. Il mercoledì, con l’arrivo degli ultimi partecipanti e con l’ultimo raggio di sole che andava spegnendosi, si è aperto, in contemporanea alla luce crepuscolare del tramonto, uno spazio di guarigione ove lasciar cadere tutte le zavorre e le catene che impediscono il volo verso l’infinito.

Durante la notte l’energia ha ballato il tango della guarigione in ogni cuore desolato, gli icaros (i canti sciamanici) hanno allietato e si sono posati dolcemente in ogni cuore presente all’interno della cupola geodetica, intessendo in maniera sottile tutta la sala di un vento fresco di guarigione. L’amare e dolce Ayahuasca ha girato in tutti i corpi come un serpente che cerca un’apertura ove infilarsi, a mo’ di chiave viva, per aprire la porta della nostra prigione.

Ad ogni Ritiro, sento come ogni coscienza si stia espandendo e ogni cuore si stia aprendo: è come assistere ad un Big Bang in scala ridotta, alla cosmogonia di ogni dio interiore, l’apoteosi del Sé e il fiorire supremo dell’anima. Vedo anche come mi inondi la pace quando mi siedo semplicemente sulla mia sedia e apro gli occhi per contemplare in che modo accade il miracolo.

La vita mi arride negli occhi di ogni essere umano che arriva e, per alcuni istanti, posso bagnarmi in questo lago di compassione che è lo sguardo del prossimo e sfiorarne l’eternità con un sospiro. Respiro le parole di un essere umano che si rende vulnerabile alla più sacra delle medicine, la quale si versa nella mia anima e mi invita a spiegare le ali e a ricevere incondizionatamente ogni momento a cui questa esistenza mi conduce.

Durante il ciclo abbiamo fatto due temazcal, delle capanne sudatorie che ricordano l’utero della Pachamama [Madre Terra ndt], un luogo ideale ove immergersi per rinascere. Ciò che ho vissuto è stato come addentrarsi nel ventre della coscienza, dove ognuno aveva in gestazione i propri sogni e, piantando i semi del reale in essi, abbiamo aperto tre porte: il vuoto, il presente e il mistero.

Con l’integrazione dell’esperienza abbiamo vissuto la catarsi ove ogni grido era una tormenta di fuoco, la quale apriva col suo calore il cuore, a ricevere il disgelo primaverile che antecede il fiorire del Sé. La cupola si è trasformata in un tempio di onestà e perdono, dove ogni comprensione che veniva condivisa spingeva tutti quanti, con la sua poesia di verità, a seguire il percorso della propria anima, per i sentieri della libertà interiore. Le danze che abbiamo ballato accarezzavano ogni corpo risvegliandolo al cammino verso i suoi aneliti e sensazioni, verso una nuova alba della coscienza e della responsabilità.

Dalla mia posizione di facilitatore e psicologo ho potuto osservare come i processi personali migliorino nettamente quando ci si mette in gioco, durante i momenti prestabiliti nelle sessioni di integrazione. È come se ogni persona avesse colto l’opportunità di addentrarsi in ciò che la fisica quantistica conosce come wormholes, tunnel spazio-temporali che conducono ad una nuova dimensione esistenziale. Vale a dire che questo tipo di incontri non promuovono un’evoluzione lineare e progressiva, ma generano le condizioni affinché le persone compiano un salto quantico nei loro processi.

Il lavoro che viene proposto non è concepito a partire dalla dicotomia terapeuta-paziente, ma va molto oltre questo approccio convenzionale, trattandosi di una tecnologia della coscienza – sviluppata da facilitatori veterani – nella quale il confronto, la guarigione trascendente e le dinamiche sono elementi chiave del lavoro, orientato allo scardinamento dei condizionamenti che interferiscono con la vita della persona, affinché sorga spontaneo il Sé.

Di fronte a ciò che ho vissuto, le parole non sono sufficienti. Per questo vi lascio qui questa foto, visto che non c’è maniera migliore di coadiuvare questo testo, se non con il sorriso delle persone che hanno preso coraggio per alzare il velo degli inganni e mostrare la nuda faccia della loro bellissima innocenza. Grazie a tutti fratelli e grazie a te lettore, fratello che ancora non conosco. Se qualcuna delle cose che ho detto ti è risuonata dentro, probabilmente è perché proviene da te… forse io sono in te e vibro lì, in quella parte dove la tua anima e la mia si riconciliano nell’unità.

 

Sergio Sanz

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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