LE CAUSE DEL NON VOLERSI FARE CARICO DELLA NOSTRA VITA. Come utilizziamo passato e futuro per evadere la responsabilità.

VERSO DIETRO, SCUSE PER GIUSTIFICARSI… VERSO AVANTI FANTASIE ILLUSORIE CHE DISTRAGGONO

Come smettere con il gioco nevrotico del non voler assumersi l’impegno con se stessi.

È nota, e molto diffusa, la tendenza di cercare nel passato le cause dei problemi e ricorrere al futuro per trovarne le soluzioni. Nel frattempo, il presente continua nella stessa deprecabile maniera. Mentre nulla cambia nel qui e ora, continuiamo a viaggiare tra passato e futuro.

Quando ci chiediamo da dove origina una malattia, una dipendenza o un qualsiasi comportamento autodistruttivo ricorriamo al passato, fino a giungere ad indagare sulla nostra fanciullezza, sui genitori, le generazioni passate, la genetica o perfino altre vite.

Quando ci chiediamo come potremmo risolvere un qualsiasi problema o trovare una soluzione stiamo guardando al futuro, per valutare il momento più opportuno, fare piani, costruirsi fantasie… il tutto per posporre la vera soluzione. Illusi che il futuro fornirà le risposte e le soluzioni che ci condurranno alla salvezza.

Rivivere il passato, tornarci dentro, è un lavoro molto delicato che richiede la guida di gente sveglia. Cosa importa se papà mi ha dato amore o se mamma mi ha rifiutato? Loro lo avranno fatto per ragioni inerenti alle loro vite. E se ciò che mi hanno dato, sbagliandosi, o che hanno smesso di darmi, ha lasciato in me un segno indelebile e traumatico, doloroso o che mi condiziona, ORA PIÙ CHE MAI È MIO. È assolutamente mio. È in me, perché in quel momento l’ho accettato con innocenza e non ho potuto rifiutarlo né ho potuto difendermi, quando lo hanno scaricato addosso alla mia psiche. E se questo ha chiuso il mio cuore, è perché era l’unica maniera che avevo per difendermi e smettere di soffrire. Ora tutto questo è in me, molto in profondità, sta governando la mia vita, facendo sì che io prenda decisioni inadeguate e facendomi sentire infelice. Ma anche questo è mio. È tutto mio e se me ne prendo la responsabilità, allora cambio atteggiamento. La prima cosa da fare è dichiararsi impotenti di fronte alla possibilità di cambiare il passato. Questo significa responsabilizzarsi di ciò che è avvenuto in passato, accettandolo di cuore.

Questo passato non integrato è carico di diverse ferite e mancanze e sta creando il presente. Questo è vivere nel passato. Chi è ancorato al passato non può fare altro che soffrire e fare la vittima. Solo il presente ed il futuro sono tempi in cui si può fare qualcosa. Con il passato non è possibile fare nulla: è perfetto così com’è e poi è già passato. Non si può cambiare, è già morto. Non si può resuscitare, ha smesso di esistere. Coloro che hanno un passato “attivo” sono schiavi della sua influenza.

Per quelli di noi che vivono ora, nel presente, è possibile viaggiare nel passato virtualmente, lungo le autostrade della mente, al fine di riparare le avarie di percezione che influenzano il nostro processo evolutivo e che si manifestano negativamente nel presente. Un esempio di accesso al passato per riparare è il perdono, portandolo in ogni momento della vita e in ogni punto del cammino che stiamo percorrendo che venga registrato come errato o incorretto. È un processo di guarigione che opera nel passato, ridefinendone nel piano mentale l’interpretazione, affinché il cuore torni ad aprirsi per ricevere ciò che fino a quel momento aveva lasciato fuori.

È sorprendente come questo processo di perdono vada ripercuotendosi immancabilmente nel presente. Quando lo sguardo viene ripulito dal passato, il disagio termina e si apre uno spiraglio verso il futuro, nel quale si comincia a creare una nuova realtà, totalmente sconnessa dal passato, totalmente connessa con il presente puro e spontaneo, che non è più il prodotto del passato, ma piuttosto un seme con tutto il potenziale per svilupparsi nel futuro.

Ricercare le cause nel passato è la distrazione pericolosa del non voler assumersi la responsabilità per quello di cui bisogna farsi carico. Lasciare al futuro l’arrivo delle soluzioni o delle risposte equivale a procrastinare il non voler assumersi la responsabilità. Il passato ci fornisce le scuse necessarie – una maniera per evadere – e il futuro ci permette di posporre le decisioni – altra maniera di evadere la responsabilità – così finiamo per diventare esseri pieni di sensi di colpa e insicuri, sfiduciati e pieni di paure: dei disabili alla vita.

L’indagine cosciente e trascendente del passato ci condurrà inevitabilmente ad una comprensione di ciò che ci è accaduto. Ci darà luce per assolverci da tutte le presunte colpe. Però bisogna accomiatarsi per sempre da esse, giacché, una volta che il cuore integra ogni cosa, la comprensione giunge. Si ha una cancellazione automatica, come se un virus cominciasse improvvisamente a divorare tutta la traccia dati dell’accaduto. E così non resta più nulla, solo dati “morti” per ricordare con gratitudine.

Quando si comprende il passato ci si libera, si spezzano le catene. Per tanto, si cancella anche il futuro. Alzi lo sguardo e non vedi assolutamente nulla davanti a te. È la libertà totale. E si trova precisamente nel presente, di fronte al nulla che hai davanti.

La guarigione del passato si proietta nel futuro. Prima è all’indietro, poi è verso avanti, prima verso il basso, poi verso l’alto. Il passato era un sostituto della vera semente, per questo non fioriva mai: non c’è futuro per la semente sepolta tra i detriti del passato. La fioritura è un viaggio verso l’infinito, un’espansione nel nulla, un’espressione del Sé che manifesta il suo amore per la creazione.

Quando si comprende il passato si apre la porta per comprendere anche il futuro, ma l’effetto non è lo stesso, perché il futuro deve ancora venire, è imperfetto, è lo spazio di cui ha bisogno il seme per diventare fiore. Il futuro è qualcosa che bisogna creare. In questo senso, si guarda avanti senza calcolare. Il registro degli errori del passato che avevamo ci faceva speculare sul futuro, ci metteva in uno spazio di sfiducia che non ci lasciava vedere l’infinita purezza propria del futuro. Non c’è niente di più libero del futuro, ma quando lo condanniamo guardandolo con gli occhi del passato, lo trasformiamo in una fonte di ansia, poiché sappiamo già come andrà a finire, si ripeterà sempre la stessa storia. La frustrazione che si anticipa mentalmente produce una preoccupazione costante, il fondamento di tutta l’ansia.

Ma se ci connettiamo a partire dal cuore succede un altro miracolo. Nel futuro stanno accadendo guarigioni, poiché gli esseri risvegliati, capaci di viaggiare nel tempo, tornano per inviarci messaggi rivelatori e, se stiamo attenti ai segnali che ci inviano, potremo correggere il presente evitando esiti tragici nel futuro. Il futuro fornisce delle piste molto delicate, ma nessuno verrà a salvarci, non giungerà mai la soluzione, la risposta non è in nessun luogo preciso. È forse questa una visione pessimistica della vita? O è una costrizione per farci carico della vita che ci è toccata?

Un cuore aperto incondizionatamente al passato è una porta verso le infinite possibilità del futuro.

Se apri il tuo cuore al passato, il futuro non avrà modo di sorprenderti. Chissà che non sia proprio questo ciò che stai cercando.

 

Alberto José Varela

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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