DIETRO L’INCREDULITÀ RISPETTO ALLE POSSIBILITÀ DI CAMBIAMENTO SI NASCONDE IL NUCLEO DELLA SCHIAVITÙ PSICOLOGICA.
Il duro colpo di coscienza all’essenza della problematica umana è recuperare la fiducia.
Non vi è alcun problema o situazione che non siano correlati alla possibilità di cambiamento, quindi se vogliamo affrontare la soluzione a qualsiasi problema o lo sviluppo di qualsiasi capacità dovremmo farlo dal punto di vista della fiducia che abbiamo rispetto al fatto che il cambiamento sia possibile, e che sia persino possibile cambiare tutto totalmente. Dall’altro lato, quello del potere che il condizionamento detiene, è necessario prendere in considerazione l’enorme importanza che la mancanza di fiducia possiede per sostenere la fantasia che nulla possa cambiare.
Vediamo fino a che punto può perpetuarsi la resistenza al cambiamento quando la coscienza porta alla luce la complessa struttura in cui viene sostenuta la stagnazione dei processi di evoluzione e guarigione. L’unico strumento con cui conto in questo atto per eseguire questa operazione è la parola.
In questi ultimi giorni ho ricevuto dei commenti da alcune persone rispetto ad altre nei quali hanno dichiarato: Con quella persona…”NON C’È SOLUZIONE”, “NON CAMBIERÀ MAI”, “È INUTILE FARE QUALSIASI COSA TANTO NON SERVIREBBE A NULLA”. Queste dichiarazioni mi sono arrivate in maniera molto forte, attivando uno stato di allerta nella mia coscienza, anche se non hanno potuto modificare, né tanto meno entrare, nel mio nucleo interno, bensì appena accarezzarlo interiormente, poiché questa maniera di pensare non mi appartiene, né rispetto agli altri né rispetto a me stesso. Ma riconosco che ha generato in me un interesse rispetto alla possibilità di vivere anche solo un momento o pochi giorni con quel tipo di pensiero, per sperimentare dall’interno ciò che si senta. Ho quindi introdotto in me quel pensiero come se fosse un’applicazione del telefono che ho scaricato per vedere come funziona. In pochi giorni ho iniziato a sentirmi molto male, scoraggiato, instabile, arrabbiato, disperato e riluttante a fare qualsiasi cosa, senza direzione e senza fiducia in nessuna persona o progetto. Dopo alcuni giorni, quando ho abbandonato quell’applicazione, ho osservato ciò che era successo in me. Dato che ho usato questo pensiero in modo transitorio per creare un’emulazione interna di come ci si senta e come si viva la vita avendo quella convinzione, sono stato in grado di liberarmene immediatamente quando l’esperimento è terminato. La prima cosa che ho verificato è che quando pensi questo attrai persone che pensano alla stessa maniera e situazioni che lo confermano. La seconda cosa che ho visto è che l’essenza di quel pensiero è la distruzione, nelle sue radici vi sono elevati livelli di giudizio e di rifiuto che si trasformano in una forma di disapprovazione come: “non si può cambiare nulla, tutto rimarrà così, quindi tutto quello che posso fare è criticare e distruggere.” Poi ho approfondito e ho visto che in profondità questo pensiero produce una schiavitù per il determinismo. Se non c’è nulla da fare per cambiare, allora tutto è già predefinito da un destino che non conosciamo né possiamo cambiare, possiamo solo rassegnarci e soffrire. È un’autentica crocifissione che inevitabilmente ci condanna a vivere nel controllo.
I DUE VERSANTI DELLA SFIDUCIA:
Una delle credenze più dannose per l’evoluzione di un bambino è che gli si impianti un’idea negativa del cambiamento. Questa idea ha due versanti, uno è stato creato per produrre la paura, impiantando l’idea che il cambiamento sia pericoloso, che se si cambia si verrà respinti, che quando si cambia si può perdere tutto, etc. Il cambiamento è demonizzato in modo che il bambino non cambi mai nulla, o così che se un giorno lo prendesse in considerazione, si attiverebbe la paura di farlo. L’altro aspetto di questa idea è di gran lunga più letale, è stato progettato per produrre l’incredulità, e consiste nel ripetergli in mille maniere e forme possibili: “Il cambiamento non è possibile”, “la gente non cambia”, “nessuno può cambiare”, “non c’è soluzione”. Per sostenere questi due aspetti dell’energia involutiva è necessaria la sfiducia. L’incredulità è il seme della sfiducia, che inizia verso gli altri e verso la vita, ma finisce sempre per tornare a chi diffida, diffidando sempre più di se stesso.
Proiettare l’impossibilità di cambiare negli altri è l’annullamento della propria capacità di cambiare e fidarsi. Ogni volta che guardiamo un altro e pensiamo: “Lui non cambierà mai” stiamo dicendo a noi stessi: “Non cambierò mai” “Non mi fiderò mai“.
La verità è che in ogni momento della vita si può cambiare tutto. Sia all’esterno che all’interno. In effetti, l’evoluzione è una grande trasformazione interna, è l’adattamento interno ai cambiamenti esterni per poter sopravvivere. Tutto il contesto è in continua evoluzione e quindi dobbiamo costantemente cambiare per essere in accordo con ciò che le situazioni ci richiedono. Ma questi cambiamenti avvengono in una maniera così naturale che non ce ne rendiamo nemmeno conto. Certamente quando avrò finito di scrivere questo articolo sarò un’altra persona rispetto a quella che ha iniziato a scrivere poche ore prima. Impiego da 4 a 6 ore per scrivere un articolo di due o tre pagine, ma il processo di scrittura mi confronta e mi incoraggia a fare cambiamenti dentro di me, perché se non lo faccio, non posso ottenere ciò che voglio comunicare. La vita è di per sé un processo di cambiamenti; cresciamo, invecchiamo e cambiamo infinite cose del nostro corpo, ma le idee che sono state impiantate nella nostra mente non cambiano, come se fossero intoccabili, sono lì installate con la purezza originale senza aver apportato alcun cambiamento; l’unica idea impiantata da bambini che ho riscontrato cambi nel tempo e che evolve diventando sempre più forte e più resistente è l’idea che il cambiamento non sia possibile. Questa idea si sviluppa nel tempo acquisendo più consistenza e forza, motivo per cui man mano ha sempre più argomenti per dimostrarlo. Per sostenerla, è fondamentale non fidarsi di niente e vivere nel controllo. Nel momento in cui ci fidiamo e permettiamo che tutto fluisca, il cambiamento inizia ad agire in modo naturale. In realtà, la sfiducia è puro controllo e la fiducia è lasciare andare il controllo.
L’idea che non non si possa cambiare si affina nel tempo, fino a raggiungere un punto in cui, per non sembrare così evidente, si orienta in maniera selettiva verso l’esterno, dirigendosi ad alcune persone che sembrano non avere possibilità di soluzione, come se ci fossero persone con problemi che non possano essere risolti, o con un temperamento o carattere o modo di essere che non può cambiare. Colui che emette questa sentenza proietta un desiderio segreto nell’altro perché a qualche livello lo rifiuta. Se accetti un’altra persona, non vorresti cambiarla, e, inoltre, la sosterresti e aiuteresti a fare i cambiamenti che lei stessa si proponesse. In realtà non si proiettta l’idea dell’impossibilità del cambiamento, ma piuttosto il rifiuto che si prova verso quella persona. È necessario tenere presente che tutti i traumi sono guidati dal rifiuto, derivano dal rifiuto e finiscono nel rifiuto. Pertanto, ciò che rifiutiamo non può e non deve cambiare, perché se cambiasse si correrebbe il rischio di doverlo accettare. Diffidando della sua capacità di cambiare, lo puniamo condannandolo con la sentenza: “NON CAMBIERAI MAI”. Il rifiuto è assicurato.
Rifiutiamo le persone di colore, gli immigrati, i politici, le persone grasse, i bianchi, i malati, gli ignoranti, i poveri, i deboli, coloro che hanno un’altra sessualità rispetto a quella “normale” , gli uomini o le donne, e soprattutto tutti quelli che sono diversi da noi. E con qualsiasi tipo di rifiuto stiamo dimostrando che la ferita del rifiuto è viva in noi. La maniera più occulta in cui il rifiuto dirige la vita di una persona è attraverso la sfiducia, e questa a sua volta deve trasformarsi in incredulità verso tutti i tipi cambiamenti possibili. Il rifiuto, l’incredulità e la sfiducia sono una potente combinazione al servizio della malattia psicologica.
Siamo di fronte ad uno dei temi più profondi che riguardano la guarigione umana. Ed è il tema più delicato e complesso che affrontiamo nella nostra Scuola Cosciente.
“NON VOGLIO CAMBIARE MA VOGLIO CHE LA MIA VITA CAMBI”. Non voler cambiare qualcosa è una delle malattie più diffuse al mondo, ma dietro questa idea malata vi è l’ardente desiderio di cambiare tutto perché siamo stufi delle stesse situazioni o di continuare a soffrire per le stesse ragioni. Non voler cambiare vuol dire essere identificati con l’idea che non si possa cambiare. Volere che la vita cambi è esprimere in qualche modo ciò che l’anima anela affinché si manifesti. Intrappolati tra il volere e il non voler cambiare entriamo in un blocco che non ci permette di muoverci e nel quale si attiva il senso di colpa e di autopunizione.
“NON POSSO CAMBIARE MA MI PIACEREBBE MOLTISSIMO CHE TUTTO CAMBIASSE”. Garantire che non si possa cambiare è una delle proiezioni più distruttive del condizionamento. Al fine di garantire che non sia possibile cambiare è necessario aver costruito un programma molto sofisticato installato nella mente e che neghi completamente l’evidenza che tutto stia cambiando. Questo programma proviene dall’infanzia, dai genitori e dalla società, perché se si sostenesse e promuovesse l’idea del cambiamento, sorgerebbero generazioni che cambierebbero tutto.
In questo punto di resistenza al cambiamento è necessario effettuare due trasformazioni di base per continuare il possibile cammino del cambiamento. Una consiste nel cambiare l’idea che non si possa cambiare, e l’altra nel cambiare l’idea di non voler cambiare. Il cambiamento delle due idee fondamentali che bloccano l’evoluzione interiore dell’essere umano sono i due cambiamenti più complicati da fare, perché la credenza anti-cambiamento è profondamente radicata nella mente e protetta da ogni tipo di resistenza.
È eccitante vedere e verificare in se stessi e negli altri che il cambiamento è possibile, che ciò che ti danneggia o ti fa soffrire può essere demolito dal potente effetto di una coscienza che si apre alla comprensione. Quando il cuore si apre, l’amore fluisce e quindi tutto inizia a trasformarsi magicamente, è l’esperienza più simile a ciò che chiamiamo miracolo. È essere in grado di verificare che l’impossibile non è impossibile ma che si trattava di una percezione apparente creata dalla sfiducia, un momento di incoscienza, nient’altro, perché quando sorge questa energia guaritrice di trasformazione, si può sentire e vedere chiaramente che tutto è autenticamente possibile. È vivere nel miracolo.
A ciascuno dei quasi 200 collaboratori di Inner Mastery, agli studenti delle nostre scuole e a tutti i partecipanti ai nostri ritiri, vi invito a vivere lì. È la gloria benedetta, il paradiso più prezioso che possiamo conoscere in questa vita.
Alberto José Varela