Home Eventos IL TEMPO E LO SPAZIO CI MOSTRANO IL CAMMINO VERSO LA COMPRENSIONE. È la vita un esperimento di coscienza?

IL TEMPO E LO SPAZIO CI MOSTRANO IL CAMMINO VERSO LA COMPRENSIONE. È la vita un esperimento di coscienza?

SPAZIO-TEMPO-INFINITO-ETERNITÀ (PRIMA PARTE)

 Cosa fare con l’angoscia che produce l’incomprensione e con il risentimento che produce la diffidenza?

Gli scienziati e soprattutto i fisici, si stanno rompendo la testa, investigando e creando nuove teorie per provare ad intendere l’inconcepibile. Dall’incomprensione si formulano teorie come, che lo spazio non esiste, che il tempo è un’illusione, che sono la stessa cosa, che è curvo dritto o a spirale, che ci sono dimensioni parallele, che ci sono molte realtà , che tutto si è già verificato ed a sua volta si sta verificando allo stesso tempo in molti spazi…ed è possibile che si arrivi ad un alto grado di intendimento dall’approccio scientifico, perché è una strada che ricerca risposte. Fino ad ora abbiamo verificato che le teorie non soddisfano la ricerca di comprensione che abita nel più profondo dell’essere umano.

C’è un’altra strada molto più corta e che va diretta al nucleo della comprensione umana, dove si risponde a tutte le domande, ma può muoversi solo dal cuore, lasciando da parte la mente razionale. In questa strada l’unica cosa da capire è che ci sono cose incomprensibili, che così come esistono il conosciuto e lo sconosciuto, esiste anche l’inconoscibile, quello che mai si può arrivare a conoscere ed ancora meno comprendere, il mistero, che non è alla nostra portata.

Se avessimo compreso che lo spazio è infinito e che il tempo è eterno, si risolverebbe tutto quello che stiamo cercando di intendere, perché comprenderemmo l’eternità, che è la realtà più complicata da capire.

La mente confusa e ricercatrice cerca di spiegare e di capire con una visione finita i fenomeni illimitati, ma non arriva mai a comprendere, perché non può, perché la comprensione è un fenomeno irrazionale. Prima di questa tortuosa realtà, è indispensabile considerare con apertura questa possibilità: quando un essere umano integra l’incomprensibile nella sua coscienza, si apre una porta sul mistero, ed a partire da li, si crea una strada di miracoli, perché si possono avere scorci d’inconoscibile che sono raggi di luce che ci arrivano dall’aldilà, indicandoci il cammino della comprensione.

Siccome è una strada che richiede fiducia, e questo è come fare un salto nel vuoto, la maggioranza degli umani sceglie la strada della ricerca di risposte e di senso, attraversandola con la sicurezza dello studio della ragione. Questo cammino è anche parte delle possibilità che offre la coscienza, ma è anche un cammino molto più difficile e crea più sollievo vedere tale grandezza da comprendere.

NON C’È STATO MAI UN INIZIO E NON CI SARÀ MAI UNA FINE. NON C’È UN FONDO NELLO SPAZIO NÉ DENTRO GLI ATOMI; NEL PICCOLO NON C’È FINE; NE UN FINALE SOPRA NEL GRANDIOSO. IN MEZZO AD ENTRAMBI GLI INFINITI, CI SIAMO NOI, IN QUESTO MOMENTO: DENTRO ALL’ETERNITÀ E ALL’INFINITO, QUESTO, È UNA FOLLIA PER UNA MENTE COSÌ LIMITATA E CONDIZIONATA.

Gli esseri umani sono di passaggio, è una visita fugace in un aspetto fisico, creando una realtà spirituale necessaria per adeguarci al mistero mentre siamo vivi. Per questo motivo ci sono sempre stati maestri, religioni e misticismo…ma nonostante i loro sforzi sono riusciti solo a lenire i sintomi dell’incomprensione. Prima di questo la maggioranza ha optato per la strada della discussione con la fonte creatrice, altri, hanno optato di distrarsi e provare a dimenticarsi tale follia e altri hanno scelto di aprirsi all’amore per rendere sopportabile l’esperienza di vivere con coscienza.

Comprendere che la coscienza cosmica, universale o esistenziale, non può sentire e che ha creato tutto questo per avere un’esperienza dentro allo spazio tempo per percepire se stessa, per vedersi dal di fuori…è l’inizio di tutta la comprensione. Ma…chi può comprendere questo?

Prima dell’infinito e del mistero, perso e abbandonato in qualche angolo dell’universo, non possiamo che aprire, tanto la mente come il cuore, con semplicità e umiltà per predisporci al cammino della comprensione.

Una delle possibilità che tutto questo sia così, è che la coscienza abbia avuto un piano. Altra possibilità è che siamo sottomessi ad un esperimento virtuale in cui si crea la realtà per osservarci come reagiamo con la convinzione che ci sia il tempo e lo spazio. Ma è anche possibile che tutto sia successo per errore, per incidente o per propria evoluzione. E’ un’altra delle possibilità che dobbiamo considerare, che non ha mai avuto alcuna intenzione sull’esistenza, che le cose succedono perché sì, senza nessuna ragione ne proposito. Allora, qual è il senso? Se lo cerchi ti perdi. Se non lo cerchi continuerai ad essere perso. Quindi, ti resta soltanto da vivere. O fidarti bene. Perché dal punto di vista del senso della vita, o proposito dell’esistenza, saremo sempre persi nel nulla. Ma prima di questa realtà, la maggioranza degli umani sceglie la diffidenza, sembra la strada più facile e comoda.

Essere in transito nel tempo, senza fare affidamento su ciò che sta accadendo, produce un’infinita incomprensione e la conseguente angoscia esistenziale di cui molta gente soffre. La diffidenza è una piaga umana che produce ogni giorno un risentimento più contorto che rosicchia l’anima umana, che riduce a miserabili le persone che resistono ad arrendersi quando potrebbero stare nella gloria della fiducia. Il risentimento è il dolore del cuore umano perché non gli permettiamo di fidarsi. Il risentimento è pura diffidenza.

In una certa misura è comprensibile che con tanta incomprensione ci sia risentimento e da un altro lato l’intelletto si domanda: “Chi può fidarsi?” FIDARSI è smettere di fare domande, smettere di cercare, smettere di risolvere, smettere di essere, smettere di difendere e smettere di attaccare, lasciare i condizionamenti e le limitazioni imposte. E’ slacciare tutto per rimanere vuoto. Fidarsi è arrendersi.

In quel momento tutto verrà ed entrerà, si riempirà lo spazio-tempo che c’è apparentemente dentro di te. E’ questo il momento in cui l’esistenza ti riempie, perché se la tua coscienza si concentra in questo nulla infinito che ti possiede, allora, si riempie tutto, diventi l’esistenza. Tu sei sempre stato “l’esistenza” ma la presenza di una minuscola porzione di coscienza ti ha fatto entrare nella percezione limitata di spazio-tempo. E’ parte della prova della vita o del gioco della comprensione.

Il tempo sta passando. Stiamo lasciando indietro un passato che soggiorna prigioniero nella nostra mente come un programma che ci controlla. I pesi della tradizione, gli strumenti della cultura, la nostalgia di come sono state le cose prima, sono parte dei limiti di questa realtà che non permettono di accedere a nuovi spazi di comprensione.

Mentre noi non apriremo al nuovo, allo sconosciuto, al mistero…dovremmo trascinare l’angoscia ed il risentimento conseguente che sono rimasti stagnanti in una storia che non ha più alcun senso sostenere.

Almeno per me.

Forse questo spiega, o permette di comprendere, la reazione di molta gente contro di me, perché mi sto incoraggiando a lasciare indietro tutto il conosciuto per addentrarmi nel mistero dello sconosciuto. Perché il mio cuore me lo chiede da molto tempo, con una voce soave e profonda, dicendomi: “ L’amore è incondizionalità e l’incondizionalità può essere possibile soltanto nella fiducia”.

Se vogliamo vivere nel e l’amore, dobbiamo aprirci alla fiducia.

 

Alberto Josè Varela

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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