LO SCORAGGIAMENTO È L’EPICENTRO DEL TERREMOTO DELLA SFIDUCIA
Come recuperare la fiducia perduta e riaprire il cuore?
Chi si trova in un processo di evoluzione interiore prima o poi dovrà scontrarsi con questa dura realtà: in un qualche momento della vita ha chiuso il cuore e successivamente ha creato un sistema di protezione da tale decisione, riempiendosi di sfiducia.
LA SFIDUCIA È LA GARANZIA DI PERMANENZA DELLO SCORAGGIAMENTO E DELLA DISPERAZIONE.
Chi ha fatto terapia sa che come conseguenza di una serie di episodi traumatici – che segnano e feriscono – l’unica cosa che si può fare per non soffrire è chiudersi. Chiudere il cuore significa creare l’illusione di smettere di sentire, o soffrire (cosa che è impossibile) oppure non permettere che i fatti non facciano sentire dolore (altra bugia alla quale crediamo per sopravvivere con la speranza che niente e nessuno ci danneggi). Questo corazzarsi dà la sensazione di protezione di fronte a ciò che potrebbe accadere nella vita.
Ogni persona decide più o meno inconsciamente e senza pensarci troppo a cosa sceglie di chiudersi, per esempio: alla vita, all’amore, alle relazioni, agli altri, alla gioia, al sentimento di dignità, all’uomo, alla donna, agli esseri umani, ad avere fiducia. Alcuni si chiudono a tutto. Altri scelgono selettivamente a cosa chiudersi, ma quello che non sanno è che chiudendosi a qualcosa, fosse anche solo una di quelle che ho citato prima, si sta chiudendo di conseguenza a molte esperienze che portano pace, felicità e realizzazione. Quando il cuore si chiude, si scarta completamente la possibilità di avere fiducia.
Ogni cosa – ovviamente negativa o pericolosa – alla quale ci chiudiamo ha la sua controparte positiva repressa. Quando ci neghiamo a un’esperienza dolorosa, facciamo resistenza ad un’esperienza piacevole; per ogni cosa che sacrifichiamo stiamo uccidendo qualcos’altro che potrebbe darci pienezza. Un esempio: chi si chiude alla fiducia deve acquisire la sfiducia come sistema di vita. La sfiducia è un terremoto emozionale che produce un caos spirituale e una disconnessione con l’essenza. Questo disordine vitale evita che la persona fluisca, accetti, sia grata, ami o si consegni completamente. Chi si chiude crede di trarne beneficio evitando situazioni angustianti, ma senza volerlo si predispone affinché le situazioni che hanno portato alla chiusura continuino a ripresentarsi, addirittura sempre più intense, cosa che produce ulteriore dolore e fornisce nuovi motivi per continuare a restare col cuore chiuso.
È chiaro che siamo in presenza del nucleo duro del condizionamento, per tanto non possiamo affrontare questa situazione fondamentale per la vita sprovvisti di un livello minimo di coscienza, perché altrimenti la sfiducia creerebbe nuovi strati di maggior durezza per proteggere ancora di più la persona che ha deciso di chiudersi. Chi affronta questo tipo di situazioni con soci, partner, colleghi di lavoro o di studio, familiari o collaboratori di una stessa organizzazione o movimento, sa che è vitale ripulire i virus della sfiducia per poter lavorare con la trasformazione interiore. La gran parte delle persone che vengono ai nostri ritiri, viene con questo nucleo di sfiducia che incide su tutta la loro vita. Sulla sfiducia non si può fare nulla per evolvere, perché la sfiducia è la garanzia di sopravvivenza del condizionamento che dirige tutte le nostre limitazioni. Non c’è nessuna possibilità di sviluppare la potenzialità senza fiducia. Tutti i cambiamenti, lavori o sforzi che facciamo da fuori non dissolveranno mai il nucleo duro della sfiducia che vi è dentro, l’unica cosa che si può fare è camuffare o nascondere la durezza interiore. Solamente una decisione cosciente di uscire dal luogo di potere della sfiducia potrà originare una trasformazione interiore.
Una persona che abbia vissuto tutta la vita nella sfiducia, se decidesse di fidarsi dovrebbe smettere di essere se stessa. Molte persone che vivono nelle sfiducia sono pronte ad argomentare che hanno le loro buone ragioni per non fidarsi, cosa che è falsa, NON SI SONO MAI FIDATE, hanno solo speculato per trovare qualche altro motivo per non fidarsi e attribuire la propria sfiducia a fattori esterni. A volte gli argomenti sono così convincenti che molti ci credono, ma chi cade nel tranello di credere che vi siano motivi esterni per non fidarsi lo fa solamente perché si appoggiano allo stesso nucleo di sfiducia. È quando si manifestano i differenti livelli di sfiducia che potrebbero annidarsi in un gruppo di persone.
L’unico antidoto che ho visto funzionare contro la sfiducia è la coscienza risvegliata. Di fronte ad essa non c’è sfiducia che possa andare a fondo o rafforzarsi nella propria impotenza. Se vi fosse anche solo una persona risvegliata sarebbe sufficiente per annichilire qualsiasi nucleo di sfiducia che si possa manifestare. Un essere risvegliato non nutre mai sfiducia, non può perché il risveglio stesso è il recupero della fiducia. È la cura dell’anima che vuole tornare a connettersi con il tutto e con tutte le persone. È la RICONCILIAZIONE.
La sfiducia non ti permette di ascoltare, non ti lascia essere libero, non ti sostiene nella direzione del cuore, ti riempie di giustificazioni, ti connette solamente all’odio affinché tu lo esprima in mille modi diversi, ti confina nella sofferenza, ti fa credere che il cambiamento non sia possibile, ti trasforma in un incredulo, un ricercatore codardo che non desidera trovare mai nulla che gli faccia recuperare la fiducia, ma che invece ti renda ossessivo, affinché tu posa trovare altri motivi per non fidarti.
La sfiducia è compresa dalla coscienza. Lo scoraggiamento viene circondato. Le disperazione non sa che fare. Quando la sfiducia rimane esposta al cospetto della coscienza delle persone che vedono l’origine e la natura del disastro che hanno creato, allora emerge la situazione per dare il colpo finale al nucleo dell’inceppamento.
MOLTE PERSONE, PER QUANTO LAVORO FACCIANO CON SE STESSE, SE NON SMONTANO IL NUCLEO DI SFIDUCIA POTRANNO VIVERE SOLAMENTE AUTO-INGANNANDOSI, SOFFRENDO DENTRO, MA MOSTRANDO DI FUORI CHE STANNO AVANZANDO. QUESTO È IL RISTAGNO CHE IO STESSO DENUNCIO IN MOLTE PERSONE, SIANO PARTECIPANTI, FACILITATORI, SCIAMANI, GUIDE O TERAPEUTI: RESTARE CHIUSI NEL TEMPO E NELLO SPAZIO, FERMI AL MOMENTO IN CUI SI SCATENÒ IL TERREMOTO, LÌ È NATA LA SFIDUCIA E LÌ È RIMASTA INTRAPPOLATA LA POSSIBILITÀ DI EVOLVERE. LA FERITA NON È ANCORA GUARITA.
Che tipo di vita ti ha dato la sfiducia? Ne hai goduto? Sei stato felice? Ti sei realizzato? È l’unica cosa che conosci? Ti dà una certa sicurezza e tranquillità?
Dunque…perché non lasciarsi alle spalle una decisione presa tanti anni fa e che non ti è servita ad altro che soffrire? Magari ti è servita come protezione, per vendicarti, per proiettare ira, per punire gli altri per ciò che ti hanno fatto…fino a quando hai intenzione di continuare con questo atteggiamento?
E se davvero desideri continuare a non fidarti il mondo è pieno di posti, organizzazioni, famiglie e opportunità per mantenere ad affinare la tua sfiducia, ma non ti consiglio di partecipare a nessun evento che sostenga la fiducia, perché prima o poi ti dovrai esporre e confrontarti duramente con la vita. Trovarti faccia a faccia con qualcun che si fida potrebbe essere la fine dei tuoi tentativi falliti di mantenere la sfiducia.
Cosa può succederti se avessi fiducia? che tipo di vita ti sta aspettando a partire dal momento in cui torni a fidarti?
Non sei mai stato senza fiducia, ogni bambino nasce con la fiducia, essa lo condurrà per le meravigliose esperienze della vita; ma forse la sfiducia abita in te come un virus protettore. La fiducia è un valore essenziale che si può solo bloccare temporaneamente, si può annullare affinché non funzioni nella vita, ma la vita stessa è pensata per dissolvere la fiducia, e chi non si arrende alla sua dissoluzione deve chiudersi in una cassa da morto.
Quando ero piccolo ho assistito a vari funerali, mi piaceva quando chiudevano la bara, perché prima di chiuderla con il coperchio di legno dovevano sigillare l’interno metallico con il piombo affinché non passasse aria e il cadavere non marcisse.
Magari questa è la stessa situazione di chi ha deciso di non fidarsi. Sono talmente chiusi che niente e nessuno può entrare dentro, forse eviteranno di marcire, ma sono cadaveri.
Le parole possono essere molto dure per definire la situazione di tanti, ma non vedo altra soluzione per un morto di resuscitare se non è capace di comprendere perché è finito lì dentro, agonizzante, sofferente, sfuggente alla vita. Le mie parole sono colpi forti alla bara, perché confido che tutto ciò in cui hai smesso di fidarti, lo hai fatto per un motivo, ma non per sempre.
Forse è giunta l’ora di TORNARE AD AVER FIDUCIA.
Scegli tu.
Alberto José Varela
TORNARE AD AVERE FIDUCIA (Seconda Parte)
https://albertojosevarela.com/it/tornare-ad-avere-fiducia-2/