«STUPORE» È LA PAROLA CHE MOLTI UTILIZZANO PER DESCRIVERE QUELLO CHE SPERIMENTANO
Ideale per atei, gnostici, increduli e persone che non credono nel cambiamento
Caro Alberto:
Scrivo questa lettera perché sarò presente al prossimo ritiro a Madrid. Sono stata al ritiro di Alicante e l’efficacia del processo di guarigione, così come la rapidità dello stesso, mi hanno lasciata talmente sconvolta che vorrei che tutto il mondo potesse sperimentarlo.
Voglio condividere a cosa è dovuto il mio stupore.
Fin da piccola sentivo che questa vita non poteva essere solo ciò che vediamo con gli occhi. Tuttavia fui educata nel più ristretto ateismo, anche se ciò presupponeva subire certe discriminazioni, come non andare al catechismo come tutti gli altri bimbi della mia età, o essere costretta ad uscire dalla classe durante l’ora di religione. Perciò la mia ricerca della conoscenza spirituale è passata per un cammino variopinto, inclusi: la ouija, i tarocchi, cominciare gli studi di filosofia (che poi ho abbandonato), droghe, yoga, fare da assistente alla Gnosi, oppure battezzarmi, fare la prima comunione e cresima a 34 anni…
Ma sebbene incominciassi a farmi un’idea di cosa fosse la divinità, e a vedere i punti in comune tra le diverse religioni, non riuscivo a realizzare quanto valida fosse questa vita. O meglio mi sembrava che non avesse senso nascere per poi morire, e desideravo che la vita passasse velocemente per accedere prima ad altri piani superiori. E come aumentava il mio desiderio di spiritualità, così diminuiva la mia salute, soprattutto quella mentale ma anche quella fisica negli ultimi anni (ne ho 41).
In età preadolescenziale cominciai la psicoanalisi, due volte alla settimana, dai 13 ai 19 anni, crescevo ma la mia visione pessimista non cambiava. A 24 anni cominciai un trattamento psichiatrico per depressione e disordini alimentari, trattamento che ho continuato, con alcuni periodi di riposo, fino all’anno scorso senza vedere risultati.
Avevo anche un sacco di dolori fisici che, secondo i medici, erano di natura per lo più psicosomatica. Provai anche a curarli: riflessologia, omeopatia, reiki, naturopatia, fiori di Bach, agopuntura, yoga, craniosacrale ecc ecc..ma niente, tutto come prima.
E lo scorso mese, armata di coraggio, mi sono presentata a questo ritiro con uso psicoterapeutico di Ayahuasca; ero piena di dubbi, paura e sfiducia, con moltissima ansia, piena di dolori fisici, con costrizioni per il pranzo, l’obesità…e, in soli due giorni, ho visto la luce. Non alla fine del tunnel, ma qui e ora, tutto intorno a noi.
Ho cominciato un processo di cambiamento che voglio continuare, e che mi piacerebbe anche tutta l’umanità potesse sperimentare. Che tutto il mondo potesse togliersi le maschere e abbandonare le menzogne che ci fanno soffrire…
Alla fine, tutto questo è ciò che mi motiva ad affiancare la Scuola Europea Ayahuaschera. Ho moltissima voglia di fare e allegria. Grazie, grazie, grazie mille.
Un abbraccio, Nuria.