NON È UN PARTNER NÉ UN LAVORO NÉ UNA MEDICINA MIRACOLOSA NÉ UN TESORO MATERIALE…Testimonianza di un alunno della Scuola Europea Ayahuasquera

HO TROVATO CIÒ CHE NON SAPEVO NEMMENO ESISTESSE, MA CHE LA MIA ANIMA CERCAVA E VOLEVA: UNA RINASCITA!

Forse questa storia ti farà paura o ti frenerà dal fare l’esperienza con Ayahuasca, ma è una storia vera.

 

Ciao, mi chiamo Alberto e nel dicembre del 2015 ho partecipato ad un ritiro di Ayahuasca International, con l’idea di dare una spinta al mio cammino di meditazione, di guarigione e di comprensione.

La prima cosa che ha catturato la mia attenzione è stata la sensazione che ho avuto al parlare con alcuni membri di questa organizzazione. Ricordo di aver guardato negli occhi la persona che mi ha ricevuto nel mio primo ritiro e di aver pensato: “Questa gente è di un altro livello” e continuo a pensarlo. Davvero, ho trovato ciò che non sapevo esistesse, ma che la mia anima cercava e voleva da tempo.

Ciò che ho vissuto da quel giorno è stata una riorganizzazione profonda dei meccanismi percettivi che avevo, una pulizia dagli errori, un’apertura alla vita – non a quello che allora chiamavo vita, ma a quello che adesso sto cominciando a scoprire essere la vera vita. Tutto ciò non può esser descritto in parole, ma tenterò di spiegare al meglio come ho fatto esperienza del mio ultimo ciclo formativo di luglio [2016], neanche una settimana fa, giacché – sebbene ognuno dei cicli avesse dato adito a una violenta incrinatura del mio vecchio “Io” e nonostante in ognuno di questi avessi pensato ogni volta che sarebbe stato impossibile vivere un’esperienza più profonda e intensa – la cosa certa è che, ad ogni nuovo ciclo, i limiti che sembravano impossibili da superare sono stati attraversati, come se fossi stato io stesso un proiettile, provocando un cataclisma di incredibile distruzione. Una distruzione liberatrice che ha permesso alla vita di straripare, di smettere di ristagnare, di scorrere liberamente fin anche ai più piccoli anfratti, di volare e di ridere come una pazza.

Così mi sento infatti ora: pazzo, libero, vivo, tutto, niente, tu, il cane che ci guarda… Mi sento di saper di star vivendo l’avventura del vivere, dello sperimentare, del sentire, dello scoprirmi, del miracolo dell’esistenza, della gratitudine permanente, dell’allegria senza fine, dell’amore che ricevo e sono, che si fa assurdamente evidente quando i meccanismi percettivi vengono ripuliti dalla sporcizia che si era accumulata negli anni.

Per tutto questo, desidero, prima di iniziare, ringraziare pubblicamente nella maniera più sincera e umile tutta la squadra di Ayahuasca International, per la loro saggezza, impegno, professionalità, per l’amore palpabile di ciò che fanno, per la loro disposizione e onestà. Grazie a tutti loro e ai loro sforzi ho potuto disporre di tutto ciò di cui avevo bisogno, in termini di risorse e supporto, per terminare la grande rivoluzione che sto vivendo ora.

Ho riordinato i ricordi come meglio ho potuto, ma ci sono cose che non ho saputo esprimere e altre che ricordo vagamente, perciò ho preferito non includerle. Le ho organizzate in un racconto cronologicamente coerente, sebbene in realtà io abbia vissuto il tutto come un solo “momento”, come se le cose che ho vissuto fossero una sola, sperimentata simultaneamente in diverse…dimensioni?

Ebbene, mi stesi sul materasso con questa sensazione strana – l’Ayahuasca già nello stomaco – e non avevo idea di cosa sarebbe arrivato. Le sessioni dei due giorni precedenti erano state molto tranquille, per questo non pensai cosa mi sarebbe successo durante questa terza notte. Di fatto durante la prima ora e mezza non successe nulla, solo la penombra della sala, la musica e qualche sporadica vomitata da parte di qualche partecipante. Sembrava che questa terza notte avesse lo stesso andazzo delle precedenti. Non mi sembrò né bene né male, era come doveva essere. Di fatto pensai al primo ciclo, che era stato “innocuo”, e allora poteva essere che a lezione da imparare in questa occasione, fosse mantenere un sereno e rispettoso distacco per le tome di Ayahuasca, giacché finora avevo sempre atteso con grande illusione l’arrivo dei cicli a venire, per continuare a scoprire orizzonti e sfide sempre nuovi e rivelatori. Quindi, dopo credo due ore di profonda tranquillità, la mia respirazione cominciò a farsi gradualmente più accelerata, sempre più veloce, fino a che mi fu impossibile aumentarla ulteriormente. Stavo respirando violentemente. L’intero corpo partecipava al processo. Questa respirazione impetuosa continuò per non so quanto tempo. Sentivo le convulsioni nel corpo, sentivo di aver bisogno di molto più spazio di quello che il mio corpo mi permetteva, c’era una forza che cresceva in me e mi riempiva completamente. Sebbene si stesse liberando attraverso la respirazione e le convulsioni, la sua crescita era più veloce di quanto non riuscissi a scaricare, perciò mi sentivo come una palla che si gonfiava, non di aria ma di una forza che non posso descrivere… una forza primigenia che si concentrava, si faceva più densa e allo stesso tempo si espandeva. Non sapevo più dove finiva il mio corpo, mi misi a quattro zampe cercando di far fronte a tutto questo… la respirazione e le convulsioni si erano mescolate trasformandosi in ruggiti che uscivano dal profondo della mia anima. Mi rigirai sul materasso, sentendomi rapito, totalmente coinvolto dall’animale selvaggio nel quale mi stavo trasformando. Tutte queste sensazioni si fecero più intense, ad ogni minuto che passava la sfida aumentava e quanto più aumentava, tanto più coraggioso mi sentivo, più lanciato, più coinvolto, sentendo che tutto ciò era qualcosa che veniva orchestrato da un’intelligenza più grande della mia… un’intelligenza della quale faccio parte e che mi conduce. Sapevo che tutto questo era un preludio. Qualcosa si stava preparando per succedere. Ebbi la certezza che le due notti precedenti fossero state un accumulare di mezzi che mi sarebbero poi serviti per la terza notte. Sarebbe stato qualcosa di importante. Decisi con tutto il mio cuore che nulla mi avrebbe fermato, doveva essere qualcosa di veramente grosso e non avrei permesso a nessun ostacolo di rubarmi la possibilità di fare questo salto. Cercai la paura in me, qualcosa che potesse frenarmi o farmi retrocedere. Non c’era il minimo accenno di paura, ad essa mi ero consegnato e l’avevo già attraversata e superata in fasi precedenti del mio processo. In mezzo a quella gran tormenta le mente stava in silenzio, presente e lucida. Cercai l’ira, mentre tremavo, mi torcevo, grugnivo, ruggivo, gridavo… cercai la colpa, cercai qualsiasi ostacolo, qualsiasi cosa dovesse essere pulita per lasciare libera la grande manifestazione che sentivo ribollire, prepararsi, caricarsi di alto voltaggio nelle mie batterie. All’inizio dentro di me, poi a poco a poco, mentre i miei limiti si dissolvevano, divenne qualcosa che accadeva dentro e fuori allo stesso tempo. Mi sentivo immenso, radiante, sentivo solamente il coraggio, sicurezza assoluta, niente paura, niente ira, niente di niente, via libera, ero pulito senza macchie.

Riconobbi che quello era il risultato di un processo molto duro, mi riconobbi e fui grato a me stesso per la dura lotta che avevo affrontato per liberarmi…per come mi ero coinvolto di cuore, per come avevo attraversato le mie zone d’ombra verso il nucleo nel corso dei mesi… il dolore lacerante, la tristezza, il terrore più profondo che mi aveva gelato il sangue durante i miei 40 anni di vita. Vidi tutta la mia bravura, riconobbi la mia natura coraggiosa e degna, il coraggio inarrestabile che mi aveva portato fin lì, la mia anima guerriera capace di fulminare qualsiasi ostacolo con il suo sguardo di fuoco. Ruggii con forza come fossi un animale selvaggio, un’onda di energia illimitata si concentrava in me, in modo implosivo, e quando emergeva verso fuori, un interminabile esplosione continua, un’onda espansiva permanente di rabbia pura, una rabbia distinta, una fierezza creatrice e distruttrice, innocente, pulita, travolgente. Libertà totale straripante senza freni, in forma di ruggito selvaggio. Sono immenso!! Gridavo dentro. Fuori ruggivo come una bestia assatanata mentre mi torcevo. Non ci posso credere!! Non ho limiti!! Infinito!! Le mie grida si alzarono di volume, il che per me era straordinario… le convulsioni erano sempre più forti. Mi salì dall’intestino un vomito che rase al suolo tutto dentro di me, lo sentii come un torrente di ghiaia e cristalli che mi lacerava dentro, uscendo sparato e strappandomi un grido che non era un grido, ma qualcosa di vivo in piena rottura, una combinazione di risa e pianto di grande potenza. Vomitai diverse volte, una dietro l’altra, dolore, rottura…Quando terminò la purga, mi sentii esausto e crollai a terra.

Caddi dolcemente come una piuma, esausto, in una pace profonda, molto profonda, senza fondo. Ero sulle ginocchia a quel punto e mi reclinai su me stesso, il busto accasciato sulle gambe, la fronte a toccare il materasso, come la posizione di preghiera di un mussulmano. Caddi ancora più profondamente in una pace vuota, verso il silenzio. La respirazione si fece impercettibile, praticamente non respiravo. C’era la musica che andava a forte volume, ma per me non era così… io ero nel silenzio. Pura quiete, assieme all’espansione e all’implosione permanenti che continuavano, facendomi sempre più grande e sempre più piccolo allo stesso tempo, per quanto possa suonare incomprensibile. La vita si stava manifestando, questo era ciò che sentivo. Compresi che ero dentro una matrice, non fu niente di visivo, ma più che altro una certezza. Sentii di essere in gestazione. Tutto quanto finora descritto era stato l’anticamera della mia nascita.

Stavo per nascere.

Dentro questa pace presi piena coscienza di essere nutrito, curato, approvvigionato, osservato, amato. Mi veniva dato tutto ciò di cui avevo bisogno. Non dovevo chiederlo, mi arrivava e basta. Seppi che ero eternamente protetto e che allo stesso tempo non c’è nulla da proteggere. Accettai tutta questa profonda comprensione mentre continuavo a stare in gestazione nella mia matrice. Non so quanto tempo passai in questo stato, ma l’intensità del processo tornò ad elevarsi gradualmente, sentii la mia forza in tutta la sua gloria infinita e senza avere idee di reincarnazioni, senza sapere se fossi rinato qualche volta prima, seppi che in ogni caso questa rinascita era diversa: era il risultato della mia volontà cosciente, nel preciso istante in cui succedeva. “Ora nasco perché lo decido io!” gridai nell’interiore, Sono io il padrone, l’autore della mia nascita! E la mia percezione si ampliò e abbracciò altre dimensioni dell’esperienza. Io ero sia colui che provvedeva sia colui che riceveva, colui che dava attenzione e colui che la riceve, colui che ama e colui che è amato, il creatore e la creazione, in un processo infinito di auto-creazione volontaria e cosciente, colui che allatta e l’allattato e anche il processo stesso di gestazione. Colui che dà la luce e l’illuminato. Ora capisco perché la nascita viene chiamata “dare alla luce”. Io sono il mio Dio, ripetevo a me stesso, non riesco proprio a crederci, sono io Dio. Sono il mio creatore e sono la creatura bellissima e sacra… piansi. Non so descrivere come sia scoprirsi non solo sia creatore che creatura, ma anche lo stesso processo creativo in sé, fatto uno.

Mentre stavo creandomi mi innamorai di me stesso, non riuscivo a capacitarmi di una tale bellezza, così feroce, così innocente e scatenata. La bellezza dell’esistenza, dell’essere, la gratitudine infinita, l’assoluta reverenza, l’amore incondizionato per tutto ciò che esiste e che è parte di me.

Non so quanto tempo impiegai a partorirmi e a restare nell’estasi creativa, innamorato, sperimentando l’esperienza di picco della mia vita, ma so cosa stavo combinando esternamente: ero entrato nuovamente nel processo di convulsioni, grida e ruggiti di una ferocia mai udita prima, che proclamavano Libertà nella loro essenza rabbiosa e incontenibile.

Quando questa parte del processo terminò, tornai alla serenità profonda. La respirazione si fece lenta e superficiale, fino a scomparire dolcemente. Come se il tempo si fosse fermato, non respiravo ma non è che mi mancasse l’aria, tutto era perfetto. Restai in uno stato d’essere, senza pensieri, senza manifestazioni di nessun tipo, silenzio e quiete profonda che durò fino a che il mio corpo prese aria con forza, così profondamente e sonoramente che sentii l’ossigeno arrivare fino alla punta dei piedi. A quel punto feci un’altra lunga pausa di quiete totale, senza respirazione, fino a che di nuovo, violentemente l’aria uscì sparata lasciandomi vuoto dentro. Questo si ripeté diverse volte, con la sensazione di star respirando per la prima volta in vita mia, come se questo fosse davvero respirare, mentre quello che finora avevo chiamato “respirare” non fosse altro che un’imitazione di pessima qualità. Questa comprensione si estese a tutta la mia vita precedente, la quale si rivelò una pallida e distorta imitazione di ciò che è in realtà una vita. Voglio dire che tutto il passato era stato soltanto uno stato embrionale. Una preparazione per l’autentica nascita, che stava accadendo in quel momento.

Una cosa che ho ben chiara ora è che in questa esperienza, la più grande e importante di tutta la mia vita, ho potuto essere testimone non tanto di quello che mi è accaduto, ma di qualcosa che sta avvenendo tuttora, sebbene non sia più in uno stato di apertura di coscienza che mi permetta di sperimentarlo come durante quella notte. So che la morte e la rinascita sono un processo simultaneo che accade in ogni istante, un processo vivo di auto-creazione costante, so che creo la mia realtà, che rilascio me stesso, che non vi sono limiti, che la mia libertà e la mia strada sono me, e che ora comincia tutto.

Grazie.

 

Alberto Consola

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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