Osi metterti in un caos leggendo questo testo? “Sto bloccando tutte le vie di fuga, affinché l’incontro si produca quanto prima” Alberto José Varela

KEN WILBER, CARL SAGAN, L’ETERNITÀ, L’AYAHUASCA E LA POSSIBILITÀ DI VIVERE CON PROFONDITÀ

La visione dell’infinito ci unisce temporaneamente nell’impermanente e ci sfida a vivere in un “cielo in terra”.

Allo scrittore e stimato psicologo Ken Wilber, hanno domandato: “Cosa apporta l’Ayahuasca nell’evoluzione della coscienza umana?”

La sua risposta: “Un discepolo portò un po’ di Ayahuasca al proprio maestro zen, dicendogli: “Maestro, io ho preso l’Ayahuasca e voglio che la prenda anche tu, così che mi dici cosa senti. Il maestro non aveva alcuna opposizione e prese l’Ayahuasca, poi si addormentò. Il giorno seguente il discepolo gli domandò: “Com’è andata con l’Ayahuasca? Hai visto qualcosa? Hai sperimentato qualcosa di trascendente?”. Il maestro rispose: “È stato un pasto molto buono, non sapevo mi avessi dato un enteogeno”.

L’Ayahuasca offre la possibilità di entrare nell’inferno, o nel paradiso, nel positivo o nel negativo della vita, in ciò che rifiutiamo o in ciò che accettiamo. Quando si prende l’Ayahuasca e si sceglie di vedere solo un lato, l’esperienza si trasforma in un inferno, sia che si scelga qualcosa di positivo o di negativo. Se scegli un aspetto doloroso della tua vita per andare in profondità, l’inferno durerà tanto quanto dura l’esperienza, tuttavia, se scegli un aspetto piacevole, positivo, entrerai in un paradiso transitorio e l’inferno comincerà al termine dell’esperienza.

Se entriamo in un’esperienza che ha un principio e una fine – come per esempio una sessione di Ayahuasca, che comincia a una certa ora e termina alcune ore dopo – e questa esperienza ha la capacità di mostrarci  l’infinito, non ci sta aiutando a volare, a superare dei limiti, a trascendere la falsa idea della transitorietà, poiché, quando entriamo in contatto con qualcosa che non è mai cominciato, né mai terminerà, è perché abbiamo fatto un passo dentro l’eternità. Questo cambierà per sempre la maniera di percepire l’esistenza.

Secondo Ken Wilber: “Questo è il modo in cui l’Ayahuasca aiuta nell’evoluzione spirituale, ovvero ti mostra, fosse anche solo per un momento, ciò che non ha né principio, né fine”.

Viviamo ancora in un mondo che ha un principio e una fine, anche il sole e le galassie scompariranno; poiché ci troviamo transitoriamente dentro uno spazio molto limitato, sia esso la Terra o il nostro corpo, e poiché viviamo solo 70-80 anni circa, possiamo avere solo barlumi di ciò che sta al di là dell’apparenza. Questa visione è una parte della sanazione.

L’eternità è una realtà spirituale incomprensibile, la spiritualità è l’accettazione dell’incomprensione; il fatto che il tempo non esista e lo spazio non abbia limiti, ci sfida ad aprire il cuore con umiltà, per sentire la grandezza in cui esistiamo e che ci possiede, perché l’eternità abita dentro di noi, tuttavia questa percezione di grandezza interna non potrà mai sostenere l’idea  di voler essere superiori, umiliare, né aggredire nessuno; solo coloro che credono e rifiutano l’essere piccoli, coloro che ancora mantengono un complesso di inferiorità, sono coloro che si dispongono a sottomettere, giudicare e dominare gli altri. Coloro che ancora non hanno visto la grandezza interna, non possono vederla nell’altro. Allo stesso modo, se non accettiamo la piccolezza e le limitazioni interne, non puoi vederle e accettarle nell’altro. Questo è il male dell’umanità: NON VEDERE LA GRANDEZZA, NÉ ACCETTARE LA PICCOLEZZA. La grandezza interna molte volte si incontra contemplando la grandezza esterna. Le limitazioni interne molte volte si incontrano contemplando i problemi irrisolti degli altri.

Con questo piccolo fatto di riconoscere, a partire da una coscienza espansa, la coesistenza della piccolezza e dell’immensità, dentro noi stessi e negli altri, possiamo assemblare magicamente i pezzi che costruiranno il paradiso in cui vivremo. In questa visione combinata si realizza un incastro interno che ci apre alla comprensione. È ciò che chiamo: una spiritualità arricchente, in cui risiede una predisposizione a contemplare il cielo e l’inferno, nonché il coraggio di navigare in entrambi.

Che senso ha far visita all’eternità se non possiamo uscire dall’inferno in cui viviamo? Forse, è solo per distrarci. A cosa ci serve percepire l’infinito se ancora andiamo avanti lottando? Forse, ad alleviare la sofferenza.

Ciò che chiamiamo “il paradiso” o “il cielo” vissuto “in terra” è lo stare in armonia con gli altri, si trova nell’accettazione della realtà, si scopre nel rispetto per l’ambiente. Per arrivare a questo non c’è assunzione di Ayahuasca, sessione di yoga o meditazione che possa bastare. A meno che qualunque tecnica o strumento ci conduca alla resa incondizionata, al darci totale, all’amore senza limiti e alla fiducia eterna, non possiamo salvarci da noi stessi: esseri umani controllanti, paurosi, speculatori, critici, insensibili e diffidenti. Chi può salvarci?

Dice lo scienziato Carl Sagan: “La Terra è l’unico pianeta che conosciamo che abbia dato origine alla vita, ed è molto difficile che la si possa incontrare in un altro pianeta prima della nostra stessa estinzione. Non c’è nessun indizio, da nessuna parte, riguardo al fatto che l’aiuto arriverà da un qualunque altrove, nessuno verrà da fuori a salvarci da noi stessi”.

Non c’è modo di sostenere idee messianiche che affermino che il mondo o l’umanità possano salvarsi,  perché niente e  nessuno può  salvare la Terra, né la specie umana. Solo io posso salvare me stesso da me stesso. E se ci riunissimo tra noi che ce l’abbiamo fatta, chissà saremo capaci di creare nuovi luoghi di pacifica e amorosa convivenza, o ciò che io chiamo: “IL CIELO IN TERRA”.

Se qualunque indagine spirituale o puntata nell’eternità facciamo, non ci aiuta a realizzarci nella vita, a trascendere i limiti quotidiani e ad amare tutto quello che vediamo e facciamo, non ci saremo che regalati una meravigliosa masturbazione: se non altro ci avrà dato un po’ di sollievo.

Se puoi emergere dal caos in cui la lettura di questo articolo ti ha messo, allora potrai cominciare anche a uscire da molti dei problemi della tua vita quotidiana

Alberto José Varela

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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