TESTIMONIANZA DI UNA DONNA NORVEGESE SULLA SUA ESPERIENZA CON AYAHUASCA.
Sugli effetti collaterali dell’Ayahuasca (o meglio gli effetti inattesi)
Quando ho fatto la prima esperienza con Ayahuasca nell’ottobre del 2016, pensai che sapevo cosa aspettarmi dall’esperienza. Avevo letto molto sull’argomento e visto diversi documentari. In seguito mi resi conto che nulla di quanto avevo letto avrebbe potuto prepararmi par la mia esperienza, e tanto meno avvisarmi degli effetti collaterali.
Cosa ci si deve aspettare dall’Ayahuasca? Come ti cambia? E come ci si sente durante il processo?
Molti mi chiedono, soprattutto i principianti, se ciò che si sente dopo la sessione di Ayahuasca è normale. La risposta breve è “Si”. È perfettamente normale per te. Perché non c’è un modo “normale” di integrare l’esperienza, ma solo un modo personale. Alcuni sperimentano con maggiore sensibilità fisica o sensoriale, alcuni si sentono come durante una passeggiata emozionale o in una montagna russa, alcuni hanno bisogno di riposare o dormire e così via. Per quanto mi riguarda ho avuto diverse vampate di Ayahuasca giunte con effetti collaterali sgradevoli, tipo sintomi di influenza durati settimane e moltissimo pianto, oppure anche con effetti più gradevoli come il mettersi a ridere senza una ragione precisa, un enorme senso di gratitudine, amore per tutti gli esseri viventi e per me stessa e un gran senso di ottimismo e fiducia nel futuro. Con l’Ayahuasca tutto è possibile.
Ieri è terminato un ritiro di Ayahuasca di 4 giorni qui a Barcellona (è stato incredibile!), l’ultimo giorno sono stata vinta da una sensazione di amore per la quale non ero preparata. Mi ha colpito come una tonnellata di mattoni e ho cominciato a piangere come una bambina.
Lo sento ancora oggi e sono un po’ ipersensibile.
L’unica cosa che mi viene da pensare è di poterlo comparare con la sensazione che avrebbe un cieco che vede per la sua prima volta. Immagino come sarebbe passare la vita nell’oscurità, essere capaci soltanto di udire le voci delle persone amate o toccarle. Nella sua mente potrà forse avere una vaga idea di come sarebbe vederli, ma quando li vede per la prima volta non sarà per niente come si immaginava. L’apertura del cuore e l’espansione di coscienza funzionano alla stessa maniera, dato che ci permettono di vedere ciò che prima non vedevamo. Sebbene a volte possiamo sentirci sopraffatti da ciò che vediamo, che altra opzione ci sarebbe? E perfino se fosse possibile, torneresti davvero nell’oscurità?
Ciò che vi è di importante nel processo di integrazione di questa nuova visione del mondo sono il tempo e la compassione. Lasciare che il processo si sviluppi naturalmente, vivere al proprio ritmo ed essere buoni con noi stessi. E ancora meglio: godere!
Questa è un’esperienza che non tutti hanno la fortuna di vivere, ed è un gran regalo.
Con amore e gratitudine,
Merlyn Gabriel Miller