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ATTIVITÀ EMOTIVA: Lo stile di vita malato delle persone che vivono prese dalla nevrosi

IL CAMBIAMENTO DI PERCEZIONE COME RIMEDIO ALLA NEVROSI

L’anello che può rompere la catena di un meccanismo che tiene intrappolate molte persone.

Cosa vuol dire vivere da emotivo?

Vivere emotivamente è come vivere in un vulcano in piena attività. In una persona questa attività è mentale, sebbene poi passi alla sfera emotiva. Invece di produrre lava vulcanica si producono pensieri che ardono e la persona che li genera finisce con l’identificarvisi. Questi pensieri bruciano e per tanto generano reazioni di tutti i tipi, vari stati d’animo come la predisposizione per il malumore e la proiezione di tale malessere.

Al fine di mantenere l’attività un vulcano ha bisogno di movimento interno, ha bisogno che si aprano le crepe profonde attraverso le quali uscirà la lava; questi spruzzi di lava che escono sono ciò che chiamiamo “proiezione“, nelle persone che non possono trascendere la nevrosi.

Emozione significa Movimento. Le emozioni muovono. Sono come onde del mare che possono trasformarsi in tsunami.

A sentire come lo vivono le persone emotive, esse lo definiscono come uno stato quasi quotidiano, più o meno permanente o che viene e va a momenti, il quale conferisce un falso potere, il potere che dà il controllo. Ma la domanda è: come controlla una persona emotiva?

L’attività emotiva è produzione di pensieri che plasmano l’azione attraverso gesti, sguardi, stati d’animo, emozioni, parole pregne…le quali producono un movimento nell’ambiente circostante che fa mettere in allerta le persone vicine. Colui che è emotivo attiva gli altri e richiama l’attenzione, assume il ruolo di falso leader. Prende il controllo attraverso le difficoltà, la resistenza, la discussione, l’attrito, la negazione, la mancanza di appoggio ecc…

Gli sprovveduti cadono vittime di una manipolazione involontaria e si lasciano dominare da chi crea questo “movimento” emotivo.

Affinché si possa “muovere” qualcosa dentro si devono prima generare pensieri, conclusioni, giudizi, pregiudizi, critiche, ecc. E affinché tutto ciò accada c’è bisogno di una percezione distorta della realtà.

Cambiare la percezione smonta tutto il meccanismo di attivazione emotiva. Sfiducia-controllo-emotività sono cugini di primo grado uniti da un fine comune: creare uno pseudo potere sugli altri. Se questa catena di continuità si interrompesse e se questo meccanismo si inceppasse, o distruggesse, lascerebbe l’individuo esposto e con nient’altro che la propria anima nuda di fronte al mondo. Sarebbe l’opportunità per essere vulnerabile, in questo momento si può riaprire il cuore, recuperare la fiducia, cominciare a fluire e ottenere una pace infinita, perché non c’è bisogno di alimentare e sostenere il meccanismo del falso potere.

Il rischio più grande nel cambiare di percezione è perdere la sfiducia, poiché questa si sostiene sulla produzione di pensieri che a loro volta generano movimenti, che a loro volta stabiliscono un sistema di controllo sulle cose e sulle persone. È tutto concatenato. L’anello che bisogna rompere è la percezione, visto che è il più debole del meccanismo. In realtà il nevrotico percepisce tutto come falso, deformato, creato sulle sue necessità di controllo e sfiducia; e sebbene si provi a fargli capire che non ci sono ragioni obiettive per generare certi pensieri, continuerà imperterrito ad afferrarsi a ciò che percepisce.

In un certo senso ogni persona è ciò che percepisce. È la percezione ciò che crea la realtà di un individuo. Se la percezione è pura e non viene contaminata da ricordi passati né da conclusioni basate su congetture, non avrà ragione di generare movimenti interni. Ma affinché un nevrotico smetta di credere alla sua percezione bisogna che si renda conto che tale percezione è il prodotto di un meccanismo che ha obiettivi concreti, e che egli stesso è la fabbrica di pensieri che scatenano tale movimento interno. Mettere in discussione il giudizio, smettere di credere alla propria percezione o cercare di renderla relativa sono l’inizio di un grande cambiamento.

L’osservazione obiettiva che si ottiene mediante la meditazione è una delle strade verso il cambiamento di percezione, visto che chi medita è in grado di osservare il proprio processo di pensieri e prenderne la dovuta distanza per disidentificarsi da esso. In questo senso la meditazione favorisce un cambiamento di percezione, giacché non sono la stessa cosa osservare dalla mente e osservare dalla coscienza. Allo stesso modo esistono molte altre tecniche o strumenti, come può essere l’Ayahuasca, che possono aiutare a demolire il processo di pensiero e così guarire la malattia della nevrosi, evitando di vivere dentro ad un vulcano in piena attività.

Quando si abbandona lo stile di vita dell’attività emotiva è possibile accedere a stati più profondi, calmi, sereni e di grande comprensione della vita. È impossibile accedere ad uno stato di comprensione senza lasciare la ragione, senza mettere da parte l’obbedienza incondizionata verso ciò che crediamo e pensiamo.

Siamo di fronte ad uno dei 7 cambiamenti fondamentali per compiere una trasformazione di vita.

In un altro post dove parlo del cambiamento e della trasformazione ho detto che:

“Se realmente desideri cambiare, accederai alla comprensione dei cambiamenti necessari per agire in maniera conforme all’esistenza e alla vita. Noi umani siamo indietro migliaia di anni rispetto all’evoluzione della coscienza. Per poterci aggiornare sui segreti della vita ed il ritmo dell’esistenza dovremmo attuare dei cambiamenti basilari, che tutti assieme formano la strada maestra affinché la nostra vita cambi in toto.”

I 7 grandi cambiamenti che danno acceso alla trasformazione sono:

1-Cambio di stato: dall’essere uno spettatore ad essere un partecipante;

2-Cambio nella respirazione: dal superficiale al profondo;

3-Cambio di decisione: dal passato al presente;

4-Cambio di tempo: dal letargo all’azione

5-Cambio di percezione: dall’interpretazione all’osservazione;

6-Cambio di Centro: dalla mente al cuore;

7-Cambio di comportamento: da fuori a dentro;

 

Alberto José Varela

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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