Home CHI HA DETTO CHE È TUTTO PERDUTO? Il mio viaggio verso la Maestria Interiore dopo aver attraversato la depressione. CHI HA DETTO CHE È TUTTO PERDUTO? Il mio viaggio verso la Maestria Interiore dopo aver attraversato la depressione.

CHI HA DETTO CHE È TUTTO PERDUTO? Il mio viaggio verso la Maestria Interiore dopo aver attraversato la depressione.

LA MIA ESPERIENZA CON INNER MASTERY INTERNATIONAL

Lo Staff di Inner Mastery, gente che lavora di cuore, ne sono un testimone assoluto.

 

Il mio viaggio verso la Maestria interiore cominciò lo scorso novembre 2016, nell’epicentro di Madrid. Venivo da vari anni di depressioni profonde, alternate a periodi più o meno lunghi di recupero della stabilità, un equilibrio precario, ma pur sempre un equilibrio. Il periodo da luglio a dicembre dell’anno scorso è stato devastante, una montagna russa di dolore, tristezza e colpa assai dispendiosa…ne soffrii io per primo, ma irrimediabilmente influenzò anche mia moglie e i miei tre figli piccoli.

Avevo già avuto un contatto con l’Ayahuasca oltre 15 anni fa. Fu un’esperienza incredibilmente arricchente e psicologicamente curativa, poiché oltre le visioni ho potuto entrare in contatto con mia nonna morta, la donna che mi ha cresciuto e segnato la mia vita intera. Morì in ospedale mentre io lavoravo…quella notte ebbi l’occasione di parlarle ed esprimergli tutto l’amore del mondo, le parole giuste per guarire tutte le ferite in sospeso. Piansi con lei e mi curai.

Dopo molti dubbi e paure dovuti ad alcuni commenti su internet, decisi di partecipare ad uno dei ritiri, dal mio punto di vista non avevo nulla da perdere, il mio stato emotivo era penoso e sentii che non avevo molte altre opzioni valide.

Il mio primo ritiro fu di 3 giorni e semplicemente una gran trasformazione. Vissi intense esperienze di liberazione, di libertà e di pace spirituale, vidi immagini profondamente simboliche e piene di forza, di incontro, dialogo e guarigione con mio padre, morto quando ero bambino. Credo che la presenza dei fratelli Palchucan fu un gran regalo inatteso, ma che si manifestò come una rivelazione durante la mia ultima notte di ritiro. Quella giornata fu magica. Tutto il mio “processo”, durato all’incirca 5 ore, consistette nell’osservare lo svolgersi del loro lavoro di conoscenza ancestrale, e non mi riferisco solamente al loro enorme talento musicale. Si dà al caso che una donna britannica che avevo di fronte quella notte, ebbe un processo molto duro, intenso e doloroso, che durò ore. Questa ragazza, tra grida, gemiti e vomito costanti, trasmetteva un’energia che io percepivo torbida e forte e che si estese al resto delle persone che le stavano attorno. Osservai affascinato come con la loro musica, e con l’aiuto degli altri facilitatori, controllavano e avvicinavano quell’energia, con la loro voce, i loro canti, e ognuno dei loro strumenti, ai quali a causa della mia ignoranza non so dare un nome, cercassero di aiutare e dare un lieto fine al processo di questa donna. Durante tutte quelle ore, un pensiero ricorrente mi ronzava in mente “io voglio imparare a fare questo”. Alla fine della notte ricordo di essermi avvicinato ai fratelli per ringraziarli della magica notte, ringraziai anche le persone che si stavano formando come facilitatori, per il gran lavoro svolto durante la notte, raccogliendo le borse di vomito, tranquillizzando con cura e attenzione, accompagnando al bagno, sempre in allerta per tutti in momenti di caos, mantenendo la calma e agendo in maniera assolutamente professionale.

Giorni dopo, il sentimento di sicurezza e di benessere psicologico permaneva al mio interno. La mia vita aveva subito una virata di tutto rispetto, tutti quanti mi dicevano di vedermi meglio, la mia energia era cambiata. La testimonianza più rivelatrice venne dal mio terapeuta agopuntore che mi seguiva privatamente. Questa persona, oltre ad essere un bravo agopuntore fa Reiki dopo aver posizionato gli aghi. Durante questa pratica, oltre a donare energia, egli riceve visioni di come è messo il paziente a livello interiore. La cosa sorprendente è stata osservare che le sue “visioni” coincidessero in maniera precisa e profonda con il mio stato d’animo, ovviamente senza che ne avessimo mai parlato. Durante una consulenza anteriore al ritiro di novembre, ebbe la visione di trovarsi su di una barca minuscola nel bel mezzo di una tormenta in mare, con onde giganti, così me lo descrisse e proprio così mi sentivo io in quel periodo. Quando tornai da lui dopo il ritiro, il cambio di scenario che vide fu notevolmente diverso. Ero molto curioso di sapere quali fossero state le sue visioni al riguardo e guarda caso, ci prese in pieno anche quella volta. Mi vide dentro un enorme bozzolo di seta, nudo in posizione fetale, in quello che percepì come un processo di trasformazione. Parlò anche di mia madre, sentiva che c’era qualcosa in sospeso con lei. La prima visione fu una descrizione molto bella e simbolica di come mi sentivo dentro. E l’importanza della seconda visione la compresi settimane più tardi.

A pochi giorni da questa visita al mio agopuntore, giunse la motivazione per fare una seconda visita. Mia sorella mi manifestò la sua grande preoccupazione per uno dei suoi figli di 20 anni. Dall’estate mio nipote soffriva di una serie di problemi di salute talmente intensi da impedirgli di condurre una vita normale. Sviluppò una serie di sintomi davvero preoccupanti: tachicardie severe e repentine, intenso dolore nella zona toracica, iperventilazione respiratoria, ecchimosi delle mani, nausea, stanchezza e fobia sociale per paura di avere questi sintomi mentre fuori… Dopo ripetute visite di urgenza all’ospedale e numerosi esami, i risultati erano che non aveva niente, il problema era apparentemente psicologico. Capii subito che l’Ayahuasca gli avrebbe potuto dare un aiuto enorme per risolvere i suoi problemi. Dopo una conversazione con sua madre e dopo il mio cambiamento lui accettò rapidamente e venne da me 5 giorni prima del ritiro di gennaio, con l’unica condizione non negoziabile che io partecipassi al ritiro con lui. Durante quei giorni a casa mia parlammo tranquillamente e gli spiegai cos’era l’Ayahuasca e la mia esperienza con essa. Scoprì di avere delle doti naturali alla concentrazione e alla meditazione, quando gli diedi alcune nozioni base. Per aiutarlo lungo questo percorso che avrebbe dovuto intraprendere gli feci anche dei massaggi e alcune sedute di agopuntura, più che altro per calmare la sua mente e aumentare l’energia. Gli feci fare anche lunghe passeggiate in mezzo ad un bosco con il mio cane, e alcuni lavori fisici in un piccolo orto che coltivo.

Mio nipote arrivò forte e con una gran dose di ottimismo al ritiro. Mi ero messo anticipatamente in contatto con Erica, la responsabile del centro di Madrid, e tutto lo staff di Inner Mastery ci trattò davvero di lusso. Lui si sentì totalmente accudito e accompagnato, il che gli facilitò di molto il sentirsi a proprio agio e l’aprirsi e lasciarsi portare dall’esperienza. Furono solo due giorni, ma per mio nipote sono state realmente di profonda guarigione. Da tre anni aveva perso il padre, un’esperienza traumatica. Era morto fra le sue braccia mentre era solo in casa, a questo si aggiunse una pessima esperienza con le pompe funebri che lo seguirono. Pepe sviluppò una profonda paura verso la morte, a causa di questa esperienza e degli attacchi di cui soffriva. Durante il ritiro dovette affrontare coraggiosamente le sue paure, visse la propria morte due volte e rivisse la mattina della morte del padre con tutto il dolore, la disperazione e l’impotenza che soffrì quel giorno. Un processo doloroso, ma incredibilmente efficace. Mio nipote tornò curato dall’epicentro e, ancora oggi, mantiene perfettamente vivo il ricordo della sua esperienza. I sintomi sono spariti del tutto e ora conduce una vita normale.

Questa seconda esperienza con mio nipote fu molto diversa dalle precedenti. Io mi sentivo forte e stavo bene psicologicamente ed avevo una notevole predisposizione a sentire empatia per i processi di alcuni compagni di ritiro. La mia prima notte fu dedicata esclusivamente alla mia relazione con l’Ayahuasca e il suo sapore. Il sapore dell’Ayahuasca mi risulta parecchio sgradito e quella notte ebbi un lungo e particolare incontro con questo aspetto. Dopo la prima assunzione non ero in grado di distogliermi dal suo sapore, invadeva la mia mente continuamente. Non ebbi alcuna visione, mentre il sapore attirò tutta la mia attenzione. Dopo 2 o 3 ore giunse il momento della seconda assunzione e credo non sia arrivata nemmeno alla gola, perché come la misi in bocca un getto di vomito me la fece espellere istantaneamente, grazie al cielo c’era lì vicino un secchio così evitai di vomitare addosso a Cesar, mi vergognai un poco. Chiaramente continuai il mio processo senza la nuova dose, ma con il sapore irrimediabilmente presente nella bocca e nella mente. Dopo un po’ mi resi conto istintivamente che avrei dovuto abbandonarmi alla sensazione e abbracciare il disgusto che il sapore dell’Ayahuasca mi dava. Questo abbandonarsi produsse gli effetti sperati. Mancava poco più di un’ora per considerare conclusa la sessione quando chiesi a Cesar di darmi un rinforzino. Introdussi la piccola quantità di yagé in bocca e non la ingoiai, mi diressi invece al mio posto assaporandone tutta l’intensità, percependo ogni sfumatura del suo sapore e accentandolo. Non vomitai nemmeno, neanche un conato e in quell’ora meditai sul processo che si era sviluppato dentro me. Avevo vissuto una potente metafora gustativa sul potere di trasformazione della volontà e dell’accettazione.

Il mattino seguente sarebbe toccato al Bufo Alvarius. Mio nipote e atri tre lo fecero prima di me, per cui ebbi l’opportunità di essere un osservatore privilegiato di quanto successe lì. Nel caso di mio nipote si produsse un inspiegabile connessione con alcune emozioni della sua trance perturbante e prorompente. Quando arrivò il mio turno, alcuni istanti dopo averlo fumato, mi sorprese un torrente di energia che penetrava dal mio addome. Mi inginocchiai istintivamente e, appoggiato sui talloni, entrai in una posizione di meditazione. Non posso spiegarlo ma fu come se fossi connesso con il compagno che aveva appena finito e ad ogni inspirazione inviavo questo canale di energia al suo corpo. Allo stesso tempo, con l’espirazione vedevo come distruggersi ed espellersi alcuni dei suoi blocchi più profondi, attraverso me, mentre lui piangeva e si ritorceva. Fu un’esperienza incredibile, io ero pienamente connesso con il suo stato, e quando il tutto terminò mi diressi a lui e lo cinsi in un abbraccio profondo e amoroso che riempì di emozione la sala. Più tardi mi spiegò che sentiva di aver abbracciato suo padre e che si erano perdonati a vicenda. Suo padre giocava un ruolo importante nel malessere che l’aveva condotto al ritiro in varie occasioni.

Questa incipiente connessione che stavo sviluppando si manifestò anche con altri, seguita da ripetuti abbracci, sguardi di comprensione e parole incoraggianti, scoprendo che la lingua non è un ostacolo quando si tratta di condividere istintivamente certi stati di connessione o empatia.

La mia seconda notte fu dedicata a mia madre, che vive a duecento chilometri di distanza da me. Sentii la sua morte vicina, le sentii tra le mie braccia nei suoi ultimi istanti, prendendomi cura di lei, accarezzandole il viso con dolcezza e compassione. In qualche modo sentivo di aiutarla nel transito verso l’aldilà. In quell’istante sentii una forte presenza energetica piena di violenza, rancore, frustrazione e umiliazione, sentii che era un’energia familiare che ci aveva accompagnati per generazioni, un’energia passata da mia nonna materna a sua figlia, mia madre. Mia madre ha avuto una vita molto dura fatta di vessazioni fin da molto piccola e una vita adulta piena di dolore e umiliazione, un’energia distruttiva che trasferì poi alle persone che le stavano più vicine. Lascia che quell’energia entrasse in me, ne sentii tutta la forza, la rabbia e l’ansia di fare male. Sentii anche che era qualcosa che si annidava dentro me, latente, manifestando la sua presenza con forza in alcuni momenti della mia vita, sebbene non con quella intensità e potenza. Dopo aver provato a lottare per liberarmene per un certo tempo, capii che non potevo disfarmene. Chiesi aiuto allora a mio padre che ora sento come una guida e sorprendentemente funzionò. Sentii chiaramente come uscisse da me e restasse come incollata alla mia pelle. Dopo aver provato a togliermi di dosso senza esito questa energia calda e umida, chi9esi aiuto a Cesar, che mi fece immediatamente una pulizia energetica. Durante la procedura, lo assalirono conati di vomito che tuttavia controllò con fermezza finché, una volta terminata la pulizia, andò in bagno a vomitare in preda ad una nausea violenta.

I giorni seguenti al ritiro furono intensi e strani. Due giorni più tardi, mentre cucinavo pranzo a casa mia ebbi un brivido intenso seguito da una visione di mia nonna, la madre di mio padre, la persona con la quale sono cresciuto, l’immagine si sovrapponeva alla mia vista normale. Mi sorrideva teneramente e sentii immediatamente una forte emozione che mi fece piangere per pochi istanti, ma la giornata era appena iniziata. Tre ore più tardi, finito di dar da mangiare ai miei tre figli, mia moglie di ritorno dal lavoro, parlando con lei ebbi lo stesso brivido, la stessa visione e la stessa emozione, ma questa volta con mia moglie a fare da testimone. Mi misi subito ad ascoltare della musica, “Soy un nino salvaje” e provai una forte sensazione di libertà, di forza, di ottimismo, una sensazione simile a una di quelle sperimentate durante le notti del mio primo ritiro, ballando e cantando attorno ad un fuoco, in un piccolo paese nel mezzo della foresta, in una magnifica notte piena di stelle luminose. Dopo questa allucinazione sensitiva, decisi di stare da solo per un po’ in un pineto vicino a casa. Fu incredibile. Durante la passeggiata comparve la faccia della sorella di mia nonna, con la quale avevo avuto una stretta relazione, ci amava tantissimo. Alla stessa maniera ebbi visioni di mio nonno, i genitori di mia madre. Fu un giorno semplicemente straordinario, pieno di emozioni e sentimenti per me, avevo il presentimento che tutte quelle energie fosse o lì per aiutare il mio processo in qualche modo, e doveva cominciare con mia madre, che sarebbe stata a casa mia per un po’ di tempo.

Due giorni dopo queste strane esperienze, tornai a far visita al mio amico agopuntore e come sempre mi domandavo che visioni avrebbe avuto su di me questa volta. In questa occasione si centrò esclusivamente in una sessione di reiki, e quando terminò mi sorprese ancora una volta con quanto gli era apparso. Mi disse che la mia energia interna era totalmente cambiata, mi aveva visto in mezzo ad un deserto, solo, tranquillo, seduto in posizione di meditazione e una voce maschile gli disse “alla fine ha capito che la via è interiore”. In un’altra visione mi vide piccolo, nascosto dietro ad una tenda e una figura che riconobbi come mio padre che mi tirava via da lì dietro e mi diceva “sei tu a scegliere l’immagine che vuoi che il mondo veda di te”. Nella visione successiva vide una bottiglia trasparente, e nell’acqua che conteneva percepì una minuscola particella di qualcosa, la stessa voce maschile di prima gli disse “si è sentito così piccolo per gran parte della sua vita”. Come ultima cosa mi disse che presentiva che mio padre dovesse dirmi qualcosa sulla mia infanzia, ma non sapeva dirmi cosa.

Passati alcuni giorni, ebbi una certa intuizione che mi indicava che avrei dovuto fare una piccola sessione di Ayahuasca, una cosa totalmente sconsigliabile, data la mia inesperienza. Comprai tutti gli elementi imprescindibili, una micro dose di Ayahuasca, il copal e l’Agua florida per la pulizia energetica. Istruii mia moglie sulle basi di ciò che doveva fare e come comportarsi se le cose fossero andate male. Devo dire che le sono estremamente grato, perché nonostante lo scetticismo e l’assoluta razionalità di mia moglie, acconsentì di partecipare a questa prima sessione da solo a casa mia. Assunta la dose, la musica già che andava, il processo cominciò con le tipiche forme geometriche e frattali. Di colpo percepii che non potevo aiutare mia madre, nessuno può aiutare nessuno, potevo solo curare me stesso e attraverso questo sarebbe arrivato l’aiuto anche agli altri. Percepii un intenso sentimento di amore e compassione. Ebbi visioni di lontane città di cristallo, e potenti personaggi archetipici che mi osservavano, spiriti che vivevano nel suono dei tamburi e un’enorme serpente che mi scortava in un mondo di potere e amore. Tutte queste visioni le sentivo come una cerimonia di iniziazione, un benvenuto ad una realtà alternativa, a mondi immensi che non percepivo come minaccia, ma come “vicini”. Nel mezzo di un frenetico ritmo di tamburi, potei ricrearmi nel silenzio tra una percussione e la successiva, in qualche modo stavo rallentando la mia percezione del tempo, quel micro istante di silenzio nel mezzo della percussione. Sperimentai un gran getto di energia che entrava dal mio ombelico che potevo modulare con la posizione delle mie mani e la mia voce. Feci diversi suoni di tonalità e sentii il cambiamento che producevano al mio interno. Terminai questa ispirante sessione abbracciato a mia moglie mentre cantavamo assieme “corazon es lo unico que tengo”, un momento magico pieno di tenerezza, molto diverso dai finali di sessione che avevo sperimentato prima.

Nei giorni seguenti mi sentivo forte e stabile psicologicamente. In quei giorni la cosa cambiò quando giunse mia madre a casa. La mia relazione con mia madre era sempre stata distante, come ho già detto non sono cresciuto con lei, cosa che me l’ha sempre fatta percepire come una fonte inesauribile di problemi, di insicurezza, di dolore, sentivo una profondo rifiuto per lei. A gennaio dello scorso anno ebbi l’occasione di portarla a casa mia per alcuni giorni e una sera le dissi tutti i sentimenti che avevo nei suoi confronti, fu una sera di lacrime, di liberazione di sentimenti troppo a lungo nascosti, lei pianse molto, per la prima volta in vita sua fu cosciente del male che aveva causato alla sua famiglia, alle persone che aveva vicino. Fu una sera di dolore, ma anche di perdono e a sentire le sue parole fu una sera in cui si tolse “un peso enorme dallo stomaco”. Il contatto con lei durante tutto quest’anno è stato scarso, ma io sentivo che buona parte del mio rifiuto per lei era sparito. Tuttavia quando giunse a casa mia l’energia cambiò un’altra volta e tornai a sentire un certo rifiuto, un peso sullo stomaco quando stavo vicino a lei, tornai a sentire apprensione nel vedere il suo volto emaciato e coperto di rughe. Mi sentii nuovamente destabilizzato di fronte al bisogno di spiegarle le mie visioni e le mie esperienze, insicuro di fronte alla reazione che avrebbe potuto causarle. Per giorni praticamente non parlammo, lei mi dava numerose dimostrazioni di affetto e io gliele restituivo, ma senza convinzione, senza cuore. Osservavo con attenzione la sua relazione con i miei figli, la dolcezza, la pazienza e i giochi infiniti che offriva loro. Al quinto giorno mi resi conto che questa non era la via giusta, avrei dovuto abbracciare tutto quanto mi procurava rifiuto in lei, così il cambiamento avvenne di nuovo. Cominciai a farle massaggi con oli essenziali alla faccia, toccai e massaggiai lentamente ognuna delle sue rughe, la guardai a lungo e fermamente negli occhi, la portai dal parrucchiere, e le sue fattezze cominciarono a mutare, la pelle cominciava ad idratarsi e le rughe ad addolcirsi, il rifiuto si trasformò in compassione, le dimostrazioni d’affetto si fecero autentiche e profonde. La mia energia con lei cambiò anche all’interno, avevo ritrovato la madre che avevo perso quando ero bambino e con questo avevo curato una ferita emotiva che aveva segnato gran parte della mia vita.

Ma il mio risveglio aveva ancora delle sorprese in serbo per me. Mi disponevo a fare un pausetta giorni più tardi, ascoltavo musica ed un video che avevo trovato in internet casualmente, lascio qui il titolo e il link pr chi volesse guardarlo “Mensaje urgente de los ancestros”. Entrai in modo naturale in un’intensa trance, sentii come se ogni parola del video fosse una chiamata, vidi i volti di uomini e donne che mi immaginai fossero sciamani antichi, vidi in un volo dall’alto boschi, praterie e montagne e un occhio dallo sguardo pieno di saggezza contemplare il tutto, sospeso nell’aria. In quell’istante ebbi l’assoluta comprensione che il mio percorso passava per la Scuola Europea Ayahuasquera. Il giorno dopo questa trance, mi diressi alle 8 di mattina verso Madrid per un corso di massaggi che stavo facendo. Mentre ancora mi trovavo in una zona rurale, lungo un rettilineo, sentii uno di quei brividi e apparve mio padre. Una voce maschile mi disse: “Ricorda che il tuo percorso è interiore, fidati del tuo cuore”. Accostai in una piazzola di emergenza, confuso e sorpreso, e mi misi nuovamente ad ascoltare quell’audio che tanto mi aveva influenzato la sera prima e le sensazioni tornarono alla mia mente e al mio cuore. Tornai indietro, avevo bisogno di fare due passi. Vivo vicino al Parco Safari di Madrid ad Aldea del Frenso, e lì c’è una strada di terra battuta che costeggia parte del parco dove è possibile osservare molti degli animali che vivono lì in semilibertà. Cominciai a cercare di fare un po’ di ordine in testa, sentire l’ambiente, e dopo un po’ che osservavo gli animali giunsi alla zona dei leoni. Si vedevano perfettamente due esemplari a circa 25 metri, che mi guardarono con curiosità e poi si allontanarono, ma io rimasi lì ad ascoltare i loro ruggiti lontani, separato solo dalla doppia recinzione che si infrapponeva tra noi. All’improvviso un giovane maschio, circa 100 kg di puro muscolo, con una criniera che cominciava ad essere prominente, si avvicinò alla recinzione. Ci trovavamo a 4 metri di distanza scarsi, ci guardammo fissamente per vari minuti, poi smise di guardarmi e cominciò a strofinarsi con insistenza contro la rete, proprio dove mi trovavo io. Ne sentii la forza, il suo enorme potere contenuto. Dopo circa 10 minuti di una strana connessione, si allontanò tranquillamente così come era giunto. Intuitivamente sentii che un altro messaggio molto esplicito mi era stato recapitato.

Il giorno seguente scrissi una lettera ad Alberto Varela, manifestando il mio interesse di iscrivermi alla Scuola Ayahuasquera Europea. In un prossimo articolo racconterò quanto sia stato vitale ed emozionante l’esperienza che ho avuto nei successivi tre ritiri, mi ha trasformato la vita, portandomi ad una conoscenza di me stesso che non ritenevo possibile.

Posso solo ringraziare tutto lo staff di Inner Mastery, persone che lavorano di cuore, ne sono testimone, ho fatto il giornalista per quasi una decina di anni e con quell’esperienza ho avuto modo di intervistarne liberamente molti dei membri, li ho potuti osservare, guardare negli occhi, ascoltare le loro storie e percepire chiaramente l’enorme cuore, amore e rispetto che mettono nel loro lavoro. Ho avuto il privilegio di conoscere alcuni compagni della Scuola di Madrid, persone incredibili e coraggiose, totalmente immerse nel cammino all’incontro con se stesse, compagni di viaggio in notti interminabili di ricerca e di visioni, compagni che mettono a nudo la propria anima in sessioni intensive di integrazione terapeutiche, esseri umani che cadono e hanno il coraggio e la forza di rialzarsi sempre. Sono stato testimone in prima persona del processo di una novantina di persone nell’arco di 5 ritiri ed è semplicemente impossibile non commuoversi innanzi alle profonde, arricchenti e curative esperienze che si portano ai ritiri.

Il mio racconto continuerà a breve, ma voglio accomiatarmi in questa occasione, ringraziando Alberto Varela, un incredibile quanto controverso personaggio, che ha creato questi spazi pieni di amore e rispetto, per vivere e sperimentare in noi stessi una pratica di trasformazione incredibilmente efficace a livello terapeutico e nel mio caso anche a livello spirituale.

 

Fernando Lopez

 

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Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

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