SCOPRENDO LE PAURE PIÙ PROFONDE DELL’ESSERE UMANO: Se siamo capaci e abbiamo l’ardire di indagare questa emozione, potremo liberarci di molti vincoli.

PAURA: PERCHÉ ESISTE? DA DOVE VIENE? QUAL È LA SUA UTILITÀ? COME SI SUPERA?

L’intima relazione che c’è tra la codardia, i blocchi e la possibilità di iniziare nuove fasi di libertà e felicità.

 

Vi sono due vie che portano a differenti mete e che sono determinate dall’atteggiamento che abbiamo di fronte alla paura. Vi sono coloro che la affrontano di petto e coloro che vi si lasciano dominare. A seconda del gruppo avremo un tipo di vita molto diverso. Il problema non è la paura, ma l’atteggiamento che assumiamo di fronte ad essa. Se viviamo nel suo regno saremo limitati ed infelici, ma se riusciamo a liberarcene potremo essere e fare tutto ciò che ci permetta di realizzarci.

LA PAURA è una componente istintiva protettrice, ma è anche un’eredità psico-emozionale che proviene dai nostri genitori e da molte generazioni addietro, che si manifesta nella vita quotidiana e nel futuro delle persone. È così pronunciata la differenza che può esserci tra le vite delle persone che vivono sotto il dominio della paura e quelli invece che l’hanno trascesa, che tale tema merita tutta l’attenzione che possiamo mettervi nella nostra quotidianità.

Se consultiamo l’Atlante della Paura, vi troveremo una lunga lista: paura della carenza, paura del rifiuto, paura del tradimento, paura della solitudine, paura della libertà, paura del prossimo, paura di vivere, paura di sentire, paura di aver fiducia, paura dell’ignoto, paura dell’amore, paura del dolore, paura di perdere il controllo, paura di lasciarsi andare, paura del mistero, paura della malattia, paura della morte…

Quest’ultima paura forse è l’unica che ha più motivi di esistere, visto che ha per obiettivo di preservare l’integrità e la vita di ogni essere vivente. Perciò, essa non proviene dalla mente, ma dall’istinto, il quale non ha bisogno di pensare per agire o reagire di fronte ad un pericolo reale. La paura è un impulso che può nascere nella mente (emozioni) o nel corpo (istinto) ed in entrambi i casi si manifesta nel corpo, nel movimento, nelle decisioni, nei gesti, negli sguardi e in ogni cosa che facciamo. A seconda dell’origine avrà diverse intenti.

Quando sono paure non legate alla morte fisica, quelle fungono come dispositivi paralizzanti. La maggior parte di essi ci condiziona definitivamente a restare entro i limiti opprimenti nei quali non possiamo essere noi stessi, né sviluppare le nostre potenzialità. Tali paure sono emotive e nascono da un condizionamento programmato per mantenere il controllo.

Potremmo dire cha la paura è una delle emozioni più presenti in assoluto nella vita di un essere umano. È quella che ha sempre dominato milioni di persone. La maggior parte delle paure vengono create dalla mente che vuole potere, che non desidera avere sorprese, che non vuole attraversare situazioni che non è in grado di dominare o comprendere. Per evitare tali momenti di incomprensione e assenza di controllo, la mente crea meccanismi di blocco che vengono azionati dalla paura.

In una certa misura, la paura è la più grande garanzia che il condizionamento umano abbia per non vedersi obbligato a cambiare. Il messaggio profondo è: “fai attenzione, non si sa mai cosa potrebbe accadere, non metterti a fare cose che non conosci, l’ignoto è pericoloso e insicuro”. In tal senso la paura è un’impronta del passato, la quale crea trincee per proseguire verso il futuro garantendo la massima sicurezza.

Ieri sono stato a fare un temazcal, diretto da Alberto Guzman (uno sciamano messicano), si tratta di una sauna fatta con pietre incandescenti, che serve da preparazione per poi inalare la medicina naturale del rospo Bufo Alvarius del deserto di Sonora. Era evidente che tutti avevano paura nei confronti di una tale situazione, si avvicinava un momento complicato, dato che si tratta di un’esperienza al culmine che non è possibile predire in alcuna maniera, né immaginare, prima di averla. È una sorpresa totale e davvero indescrivibile per coloro che l’hanno avuta. Ho guardato ognuno di loro negli occhi: sembravano gazzelle sul punto di essere gettate in pasto ai leoni; nei loro occhi si leggeva una paura divina, luminosa, cosciente… tutti loro erano venuti con paura dell’esperienza, ma nonostante ciò, nonostante tale paura dell’ignoto, avevano fiducia che quest’esperienza li avrebbe aiutati molto. Questo è ciò che si vedeva negli sguardi, una paura trascesa, un paura che non li limita, perciò i loro occhi brillavano, la paura si stava trasformando in puro coraggio. Hanno concluso la sessione di temazcal come guerrieri spirituali, con un grido unanime a indicare che la paura non li avrebbe arrestati, e che annunciava l’inizio di una nuova fase del loro cammino. Ognuno ha aspirato la medicina del rospo, ognuno si è connesso con la parte più profonda di se stesso, l’ho visto uno dopo l’altro, un quadro emozionante, ho pianto come un bambino vedendo tanta gente disposta ad andare oltre le proprie paure, per addentrarsi nell’infinito della libertà. Mi sono giunti a mente molti momenti nei quali la paura non ha potuto fermare me.

La paura è l’emozione principale che domina una persona. È il regno della ragione, il potere che esercita la schiavitù mentre soggioga l’individuo. La voglia di libertà possiede una tale forza, che non c’è maniera di fermare una persona con gli artigli della paura. La schiavitù è una situazione che si mantiene a causa del fatto che il desiderio di libertà non è ancora sufficientemente forte, poiché debilitato dalla paura.

La morte, come la libertà, è un’esperienza al culmine che ci pone di fronte ad un nuovo cammino, in fasi migliori ed in processi molto più elevati. Quando si ha possibilità di avere un’esperienza enteogena – come potrebbe essere assumere Ayahuasca o aspirare il Bufo Alvarius, le quali portano una comprensione della vita e dell’esistenza –  tutto il sistema psico-emozionale si allerta perché sa di trovarsi fronte ad una situazione di morte, non fisica, ma morte di falsità, di credenze assurde, di emozioni deleterie, di dipendenze disgustose, che ci fanno soffrire giorno dopo giorno.

È ovvio che per accedere a fasi di maggiore libertà, felicità o godimento dobbiamo attraversare e trascendere le paure infondate che provano a renderci codardi di fronte alla possibilità che muoiano quelle parti che controllano una vita di sofferenza.

Quando domandiamo “Perché non hai coraggio di dire o fare una determinata cosa che ti renderebbe più felice o libero?” la risposta più comune è: “PER PAURA”. Se risaliamo all’origine scopriremo che i nostri progenitori avevano paura che potesse accaderci qualcosa di male o di tragico. La loro paura ci viene trasmessa in molte maniere e in seguito emerge in noi la paura di truffare o di fare del male, si tratta quindi di una paura incrociata, che si scambia e potenzia tra genitori e figli. Questo dà vita ad una società di frustrazione. Questa è solo parte dell’origine delle nostre paure infondate, per questo nel nostro Programma di Recupero proponiamo di estirpare i cordoni energetici che ci tengono legati ai nostri genitori: affinché resti solo quell’amore puro che c’è tra loro e tra loro e noi, poiché non è necessario mantenere le loro paure, ma solo la gratitudine e il riconoscimento per averci dato la vita.

Molte volte nei Ritiri di Evoluzione Interiore domando: Cosa faresti domani nella tua vita se non avessi paura? E le risposte dimostrano quanta voglia abbiano le persone di essere libere, quanti desideri repressi, quanti progetti nascosti e quanto risentimento per essere bloccati dalla paura.

Possiamo anche avere molta paura, ma almeno non abbiamo paura di parlare della paura, di indagare le sue radici, di considerare la possibilità di liberarci di essa, senza permettere che rovini la nostra vita.

Usa il coraggio che hai per leggere queste righe per addentrarti in uno dei nodi più importanti e difficili da sciogliere. Sento che se approcciamo questo tema con profondità e chiarezza potremo fare piazza pulita di gran parte delle pietre presenti sulla via verso la realizzazione personale.

Alberto José Varela

[email protected]

Lasciaci un commento su questo articolo o condividilo con noi.

WhatsApp
Twitter
Facebook
LinkedIn
Email
Picture of Alberto José Varela

Alberto José Varela

Fundador de empresas y organizaciones; creador de técnicas, métodos y escuelas; autor de varios libros. Estudiante autodidacta, investigador y conferencista internacional, con una experiencia de más de 40 años en la gestión organizacional y los RRHH. Actualmente crece su influencia en el ámbito motivacional, terapéutico y espiritual a raíz del mensaje evolutivo que transmite.

Altri articoli di Alverto

Alberto José Varela

L’Impronta Senza Traccia

L’incontro tra Rumi e il suo maestro, di cui, comunque, non è opportuno pronunciare il nome, perché ogni vero maestro sa di non esserlo.
Rumi il discepolo. Discepolo significa apertura al divino. La parola “maestro” è solo un simbolo che indica un’apparenza di qualcuno. Qualcuno che sa di non esserlo. Come molte storie di maestri e discepoli, sono storie di puro amore.
Questa è una storia molto particolare, che è tenuta in grande considerazione nei circoli sufi.

Leggi di più >>

Elige un Idioma

Selecciona tu Idioma