UNA BAMBINA DI 10 ANNI SI SUICIDA PER FARE FELICE LA MADRE:
Prima di suicidarsi lascia una lettera che scatena un sentimento indescrivibile.
“Cari Re Magi, tutto ciò che voglio chiedervi è che la mia mamma sia la donna più felice del mondo, quando io non ci sarò più, visto che sono solo una seccatura e una disgrazia per la sua vita, fin da quando sono nata, perché sono stata io la ragione per cui mio padre se ne è andato. Desidero che mia mamma stia tranquilla e non lavori troppo, e il regalo più grande che posso chiedere è la sua felicità. Spero che un giorno ti ricorderai di me e che alla fine, in cielo, mi accoglierai tra le tue braccia. Credo che il regalo migliore dei Re Magi sia che io mi tolga la vita, visto che mi hai sempre detto che avresti voluto che non fossi mai nata. Ti voglio bene, mamma, so che i Re Magi non esistono, però questo regalo te lo faccio lo stesso”.
Ho voluto condividere questa notizia tanto spiacevole, diffusa su Telecinco l’8/01/2019, al fine di elaborare una riflessione basata su un’idea che sto condividendo nelle classi di Scuola Cosciente® e che è portatrice di un messaggio per tutti i padri e le madri, e per tutti coloro che nelle maniere più diverse si stanno suicidando, anche senza togliersi davvero la vita.
Avere un figlio è avere nelle nostre mani, come genitori, la loro innocenza, pronta e disponibile a credere in tutto quello che diciamo. I bambini non hanno nessun altra possibilità se non crederci incondizionatamente giacché non sono proprio stati progettati per non credere ai loro genitori. È come fossero un foglio bianco in cui i genitori possano scrivere la sceneggiatura di tutto ciò che saranno e faranno. La parola “bene-dizione”* deriva da “detto”: una persona bene-detta è colei su cui sono state “dette” cose preziose. Essere “male-detti”* è caricare la nostra psiche con un sacco di parole distruttive riguardo a noi stessi.
L’innocenza è la parte più inconscia della coscienza, l’innocenza è la coscienza che cerca di imparare come muoversi sul piano materiale e umano in relazione agli altri e all’esterno. L’innocenza non ha esperienza nell’arte di percepire, per questo motivo non ha altra scelta che farsi carico di tutto ciò che accade e si verifica all’esterno, fino al punto da arrivare a sentirsi responsabile di tutto. Questo meccanismo richiede di essere compreso.
Tutti i bambini sono innocenti, per questo hanno la possibilità di sentirsi colpevoli in qualunque momento, davanti a qualunque cosa si dica o si faccia loro. I bambini umani sono privi di qualsivoglia protezione nei confronti della valanga di proiezioni che arrivano loro, in particolare quelle della madre, che è colei che sta più vicina a loro fin dal principio. È per questo che, a seguito dell’interpretazione che danno a quanto i genitori fanno o dicono, a come vengono guardati, o per ciò che gli viene fatto credere, si trovano esposti al rischio di vivere qualunque tipo di trauma. Il caso riportato in questa notizia è proprio un esempio di tutto questo, uno dei tanti esempi traumatici, di bambini abusati, abbandonati, umiliati che arrivano all’erronea conclusione di essere essi stessi la causa di quell’abuso, dell’abbandono, dell’umiliazione e dunque perpetuano una vita di abusi, abbandoni, o umiliazioni, semplicemente perché credono di meritarselo. Questo fenomeno si verifica perché l’innocenza è programmata per assolvere tutti da tutto, facendosi carico di qualunque cosa accada, perché nessun bambino vuole essere rifiutato, bensì vuole integrarsi, ed è per questo che l’innocenza si auto-colpevolizza prima di colpevolizzare gli altri, giacché la sua funzione è quella di non rompere il legame con gli altri, ma mantenere l’armonia con l’esterno, con il luogo dove si vivrà, e ci si adatterà, verso il quale non si può essere in conflitto. Ed è da questa attitudine inconscia che nasce la paura del rifiuto ci accompagna per tutta la vita. Per questo viviamo prostituendoci: per essere accettati ed evitando a qualunque prezzo l’essere rifiutati. Questa è ciò che caratterizza un bambino adattato: ha cambiato se stesso per potersi integrare, anche andando contro la propria natura, e assumendosi tutta la responsabilità.
Il bambino immaturo e sprovvisto di meccanismi di difesa, è ancora innocente e dà potere agli altri perché facciano di lui quello che vogliono. Lo stesso accade a persone apparentemente mature, che vivono ancora in quella fase di innocenza incondizionata (inconscia), e da quella ferita originaria continuando a trarre conclusioni su se stesse, poiché non hanno ancora guarito il trauma primordiale e inevitabile che produce l’innocenza inconscia.
Finché ogni essere umano non passa attraverso l’esperienza del perdono, in un modo o nell’altro, vivrà da quella condizione di bambino ferito e indifeso, poiché non ha ancora capito che non ci sono colpevoli, né errori, né sbagli. Questa è una delle cause di quel suicidio globale a cui è sottoposta l’umanità, perché coloro che si tolgono davvero la vita per questo motivo sono solo una minoranza, tuttavia la maggior parte, la cui ferita è ancora aperta, continua a vivere una vita da morti viventi, una vita da schifo, creata a partire da quel trauma non sanato, e trovando migliaia di modi diversi per suicidarsi, anche senza mai arrivare davvero a togliersi la vita.
Per questo motivo, colgo l’occasione per chiedere a tutti i genitori di prendere coscienza di tutto ciò che diciamo nell’intimità, quando siamo con i nostri figli, e chiedere che ciascuno di noi abbia il coraggio di attraversare il processo del perdono di cui abbiamo così bisogno per riconciliarci con la vita, gli altri e l’esistenza intera, che non ha fatto altro che darci l’opportunità di compiere un’impresa incredibile: quella di essere inconsciamente innocenti nella nostra infanzia, per poi diventare persone colpevoli e, alla fine, aprirci al perdono, recuperando quell’innocenza, ma a partire dalla coscienza. Questo è il momento in cui la pace, l’armonia e la tranquillità sorgono per la prima volta.
Il perdono è una comprensione taumaturgica di elevatissimo livello vibrazionale. Non è da pazzi mettersi in ginocchio davanti ai propri figli e chiedere loro di perdonarci per tutto ciò che abbiamo detto e che ha danneggiato la loro innocenza.
Alberto José Varela
NOTIZIA ORIGINALE:
La società messicana è sconvolta dall’evento che ha avuto luogo il giorno dei Re Magi (Epifania), quando una bambina di 10 anni si è impiccata, in casa. Prima di togliersi la vita, la bimba ha scritto una lettera straziante indirizzata alla madre.
“Cari Re Magi, tutto ciò che voglio chiedervi è che la mia mamma sia la donna più felice del mondo, quando io non ci sarò più, visto che sono solo una seccatura e una disgrazia per la sua vita, fin da quando sono nata, perché sono stata io la ragione per cui mio padre se ne è andato”.
Desidero che mia mamma stia tranquilla e non lavori troppo, e il regalo più grande che posso chiedere è la sua felicità.
Spero che un giorno ti ricorderai di me e che alla fine, in cielo, mi accoglierai tra le tue braccia. Credo che il regalo migliore dei Re Magi sia che io mi tolga la vita, visto che mi hai sempre detto che avresti voluto che non fossi mai nata. Ti voglio bene, mamma, so che i Re Magi non esistono, però questo regalo te lo faccio lo stesso”.
Il contenuto della lettera, raccolta da Televisa, lascia intuire il senso di colpa della piccola, la quale, tutto ciò che desiderava era che la madre fosse felice.
Le autorità messicane hanno aperto un’inchiesta sulla madre della bambina, ma per il momento la sua identità è sconosciuta, ed è stata la zia della bimba a presentarsi per l’identificazione del cadavere.
La Direzione generale per le Indagini Speciali ha confermato che la causa della morte della minore è stata di soffocamento per impiccagione.
NOTIZIA ORIGINALE: https://www.telecinco.es/informativos/sociedad/suicidio-nina-menor-mexico_0_2688000125.html?amp=true#referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&_tf=De%20% 251% 24s